La rivolta degli albergatori «Abusivi metà dei B&b»

Dopo il caso Marsilio, lettera di protesta a Iacop: concorrenza senza regole finanziata dalla Regione. La presidente Fvg: solo 1 su 20 è controllato, ci stanno mettendo in ginocchio

UDINE. A dare la stura a un’esasperazione che dura ormai da tempo è stato il caso Marsilio. Poi, Edoardo Marini, responsabile per il turismo di Udine della Confcommercio, ha deciso di rompere gli indugi.

E ha scritto al capogruppo di Forza Italia, Riccardo Riccardi, e al presidente del consiglio regionale, Franco Iacop, ricordando loro, nelle premesse, che «il caso Marsilio è soltanto la punta di un iceberg che dimostra la distanza della politica regionale dagli interessi dei cittadini».

Ma Marini vuole andare oltre e rimarcare che il caso in questione dimostra «l’impossibilità di noi cittadini e categorie di essere rappresentati e ascoltati».

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E quello che Marini chiede, interpretando l’umore dell’intera categoria degli albergatori della nostra regione, è di squarciare il velo di silenzio compiacente che grava sui Bed & breakfast e sugli agriturismi.

«Come imprenditore e come categoria - scrive - siamo da anni a chiedere di fare piena luce e parità di trattamento tra alberghi, ristoranti e B&b, appunto, e agriturismi».

Questo perché se i primi sono soggetti a ogni tipo di controllo e a una pressione fiscale che per certe strutture arriva «anche all’80 per cento reale», gli agriturismi, ma soprattutto i B&b, «vivono di fiscalità praticamente assente, con importanti aiuti da parte della Regione che sta continuando a irrorare queste forme alternative di ospitalità che portano niente al territorio in termini di fiscalità e di occupazione».

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Tutto questo - insistono gli albergatori - a danno di chi le tasse le deve pagare e si trova «a competere senza armi contro queste forme di imprese esentasse».

Anche la presidente Federalbergatori Fvg, Paola Schneider, invoca un intervento delle istituzioni per porre fine a quella che definisce «un’incredibile concorrenza sleale». Per questo Schneider invoca un maggiore attenzione e vigilanza da parte delle amministrazioni comunali in grado di individuare le varie irregolarità presenti nel loro territorio.

«Credo - dice ancora - che il vero, grave problema sia legato alla mancanza di una legislazione chiara e controlli efficaci. Da una nostra verifica effettuata su Internet, abbiamo appurato che almeno al metà dei B&b presenti in rete non risultano registrati nei Comuni dove svolgono l’attività e pertanto sono da considerare abusivi a tutti gli effetti. In questo caso il danno è di tipo erariale nei confronti dello Stato, di concorrenza sleale nei nostri confronti ma anche dei B&b che svolgono l’attività in regola. Abbiamo scoperto B&b non registrati anche in piccolissimi Comuni dove è impossibile che chi di dovere non sia a conoscenza di queste attività».

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Ma stando agli albergatori, anomalie si riscontrano anche in alcuni B&b che risulterebbero regolarmente registrati.

«Accade sempre più spesso - afferma uno di loro – che alcuni privati acquistino appartamenti, magari all’asta, approfittando del momento di crisi economica, e poi li usino come B&b senza però abitarci. E questo è contrario alla norma che regola questo tipo di ospitalità. Insomma, una vera e propria giungla che favorisce i furbetti e gli evasori fiscali».

Tornando al sistema dei controlli, un altro albergatore di Udine assicura che rispetto ai B&b avvengono a campione, in genere anche uno su venti, «mentre gli alberghi sono costantemente soggetti a verifiche da parte degli organismi dello Stato (polizia locale, Guardia di finanza) e della sanità pubblica. Senza contare che moltissimi sono anche sprovvisti di accesso per disabili». Infine, risulta anche che non sia infrequente imbattersi in B&b dove le pulizie non sono effettuate dai proprietari, ma sono appaltate a ditte esterne, in difetto cioè rispetto alle norme».

«Chiediamo dunque - chiosa la Schneider - che si affronti una volta per tutte questo problema perché il nostro comparto non può sopportare oltre questa situazione».

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