La scia esoterica di quelle strane rose rosse

Tre donne, due bionde e una mora, avrebbero deposto altrettante rose rosse in tre strade vicine al parcheggio dov’è avvenuto il duplice omicidio. Un particolare «importantissimo» per gli appassionati di esoterismo. Paolo Franceschetti, avvocato, insegnante, studioso e scrittore, esperto di esoterismo ed autore del libro “Sistema massonico e ordine della Rosa Rossa” ne parla in un’intervista pubblicata ieri su notizie.tiscali.it.
«La rosa rossa – dice a Ignazio Dessì - può essere la firma di un delitto rapportabile in qualche modo a organizzazioni che risalgono alla cosiddetta Rosacroce deviata». Non basta però una rosa rossa per dire che è così: «Se vado a Corleone e trovo uno a cui hanno sparato in faccia con una lupara e nessuno vuol parlare deduco che è omicidio di mafia. Poi magari scopro essersi trattato di una donna gelosa che ha fatto liquidare l’amante da un killer. Bisogna sempre andarci cauti».
Come si fa ad accertare, prosegue l’intervista, se si tratta di un omicidio commesso da un’organizzazione di stampo esoterico? «Occorre osservare il contesto simbolico e la scena del delitto, poi approfondire. Può sempre trattarsi di una coincidenza. Anche in questo caso di Pordenone. Sta a chi indaga battere la pista e stabilire se è così o no».
Ci sono persone potenti in questa setta segreta? «Come no. Potrei fare anche nomi molto noti. Li ho citati nei miei scritti e li ho ribaditi in convegni e conferenze. Persone che in certi delitti rituali hanno avuto ruoli da protagonisti», risponde Paolo Franceschetti.
La rosa rossa, quella mostrata da Telepordenone e trovata in prossimità del palasport, è stata acquisita dagli acquirenti. I carabinieri del Ris ne avevano già prelevati alcuni reperti, all’incrocio tra via Interna e via Nitti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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