La seconda vita di Toffoli, negoziante con le ali ai piedi

PORDENONE. La gestione, assieme al fratello, dello storico negozio di articoli sportivi “Toffoli sport” di piazza XX Settembre lo gratifica, la sfida di rilanciare la vocazione turisitica di Piancavallo lo stimola, ma quello che lo emoziona di più in assoluto è correre libero in mezzo alle montagne, lungo sentieri impervi, ma terribilmente affascinanti e in grado di regalare emozioni uniche.
Piero Toffoli, reduce dalla massacrante Ultratrail du Mont Blanc (che ha chiuso al 146º posto su 2.300 concorrenti con il tempo di 31 ore e 6 minuti), racchiude dentro di sè queste tre anime, che riesce a far convivere con estrema naturalezza.
Per comprendere appieno il personaggio Toffoli, è sufficiente un aneddoto successivo alla gara dello scorso fine settimana lungo i tre versanti del Bianco.
«Dopo la gara – ha raccontato – mi ero ripromesso di non correre più fino al fine settimana successivo, ma non ce l’ho fatta: martedì ho indossato le scarpe e sono tornato in mezzo alle mie amate montagne».
Montagna per Toffoli vuol dire soprattutto Piancavallo: assieme alla famiglia ha costituito l’associazione Piancavallo 1256 che, tra le altre cose, lo scorso inverno, ha aperto l’hotel 1301 Inn 8dalla quota in cui si trova la struttura).
Tutto per un unico fine: far risorgere la vocazione turistica della località montana. I segnali sono confortanti, dice Toffoli, ma il sogno è uno: portare a Piancavallo una gara di ultratrail. «Non lo nego: mi piacerebbe molto, ci sto pensando, ma non è semplice: servono almeno 200 volontari e un’organizzazione perfetta. Non è facile, ma può essere che ci proverò».
Per il momento Piero Toffoli si “consola” con la Sky race, oggi in programma proprio a Piancavallo. «Otto anni fa ho iniziato con corse del genere, sono salito graduatamente di difficoltà e ora riesco a partecipare a gare massacranti come la Ultratrail du Mont blanc».
Molto, ammette Toffoli, dipende dalla testa. «Vedo spesso atleti che fisicamente ne hanno più di me mollare dopo 40 chilometri perché il cervello non regge più - spiega -. E’ una cosa che faccio fatica a spiegare, si entra come in trance».
Nonostante il lavoro occupi gran parte del suo tempo e d’inverno, a differenza della stragrande maggioranza degli altri atleti, non si alleni, Toffoli ha chiuso la corsa attorno al Bianco con un tempo e un piazzamento ottimi. La passione e la forza mentale, evidentemente, sopperiscono anche al gap di preparazione.
Sulla prossima impresa, Toffoli non si sbilancia. Ma chi lo conosce lo sa e tiene in serbo due aggettivi: lunga e difficile.
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