La situazione in provincia di Udine: sette morti in casa di riposo a Mortegliano, contagi a San Giorgio e nel Gemonese

Si estende l'area del contagio del coronavirus in Friuli: la zona più colpita è quella di Mortegliano dove, in casa di riposo, sono morti sette anziani. Situazione in fase di evoluzione anche a San Giorgio di Nogaro: in una struttura per anziani sono risultate positive al tampone sette persone. Casi in aumento anche nel Gemonese e nella Bassa. Qui la situazione in provincia di Udine
Altro morto in casa di riposo a Mortegliano: è il settimo decesso alla Rovere Bianchi
Non cessa il trend negativo in casa di riposo a Mortegliano: è morto un ospite, residente nel Comune, che va ad aggiungersi ai sei deceduti nei giorni scorsi. Non presentava la tipica sintomatologia del coronavirus ed è morto nel sonno: anche a questo sarà somministrato il tampone.
Erano di Mortegliano, Lestizza, Talmassons e Castions di Strada quanti sono mancati nei giorni scorsi, tutti positivi al test.Nella struttura vi è un numero elevato di operatori contagiati; sono state completate ieri le verifiche mediante tampone sul resto degli ospiti e del personale e, non appena noti gli esiti, quelli che risultassero positivi saranno posti in isolamento: se lavoratori, curati al proprio domicilio con obbligo del minore contatto possibile con i familiari, nel caso degli anziani assistiti invece vi è un reparto isolato nell'ospizio.Agli operatori in servizio è stata data la possibilità di passarvi anche la notte, in un appartamento distinto dalla casa di riposo e messo a disposizione dal Comune.
Il centro Rovere Bianchi si è trasformato quasi in un ospedale. Vi operano quotidianamente medici, Oss e infermieri professionali del distretto di Codroipo e dell'ospedale di San Daniele, affiancati dai dipendenti della società Euro & Promos social health care, che gestisce il centro per conto del Comune. La struttura è blindata da due settimane.Ogni giorno ciascun referente familiare riceve via Whatsapp notizie sullo stato di salute del proprio caro, invece a chi ha parenti in struttura contagiati o ammalati giunge la telefonata direttamente dal medico virologo dottor Cattani del distretto, sempre presente in casa di riposo.Le famiglie, pur dispiaciute per non avere la possibilità di visitare i propri cari, per quanto riferitoci da parecchi testimoni mostrano fiducia e gratitudine per quanti stanno operando in quella difficile situazione e al sindaco Roberto Zuliani.
Le perplessità e le critiche, frequenti in tempi di normalità, di fronte a tanto malessere e pericolo passano in secondo ordine. Le comunità colpite dai lutti che si susseguono tuttavia non contravvengono alle disposizioni. Purtroppo è un momento eccezionale, dove non è neppure possibile vedere per l'ultima volta il parente prossimo a morire; anche le salme vengono sigillate e mandate a cremazione immediatamente o appena dopo la benedizione in cimitero, che si svolge all'esterno della chiesa e solo per pochi intimi.
«Anche oggi due funerali, con queste modalità», rileva l'arciprete, monsignor Giuseppe Faidutti, riferendosi a ieri, quando è stato reso l'estremo saluto anche al 45enne Fabio Vesca, originario di Mortegliano e residente a Campoformido. «Quanto alla casa di riposo, siamo di fronte a una dura sfida - prosegue monsignor Faidutti - e speriamo che il contagio non dilaghi. Questo virus è peggio del terremoto, invisibile e insensibile. È un'occasione per riflettere sul senso della vita».
Positivi al tampone cinque ospiti della casa di riposo Azienda per i servizi alla persona "G. Chiabà" di San Giorgio di Nogaro. Salgono così a sette i contagiati dal Covid-19, dopo che nei giorni scorsi erano state trovate positive al tampone due operatrici sanitarie dipendenti della cooperativa sociale Consorzio Blu, già in malattia nelle proprie abitazioni.
A darne notizia è il dottor Gianni Iacuzzo, in qualità di coordinatore Aft (Aggregazione Funzionale Territoriale che comprende i medici di medicina generale di San Giorgio di Nogaro, Carlino, Marano Lagunare, Muzzana del Turgnano, Porpetto e Torviscosa per un bacino di 23 mila pazienti) nonché medico di famiglia di alcuni ospiti dell'Asp. «Ne sono informati il Dipartimento di Prevenzione dell'Azienda - spiega -, il direttore e il presidente della Asp Chiabà, il sindaco e l'assessore competente del comune di San Giorgio. Sono certo che verranno presi tutti i provvedimenti necessari tra i quali sicuramente l'individuazione di tutti gli altri eventuali focolai/vettori di infezione, che al momento sono ignoti e che possono circolare, pur con le note restrizioni, liberamente.
Ovviamente la situazione che si sta evolvendo, non solo per quanto riguarda la Asp "Chiabà", con altri casi singoli segnalati in tutti i paesi della Bassa Friulana, come peraltro in tutta la regione e la vicina Austria, rende ancora più stringente la necessità da parte di tutta la popolazione di attenersi alle regole oramai ampiamente diffuse per evitare la propagazione del virus, in primis per chi non ha necessità di lavoro, salute assistenza, di restare a casa».L'Asp "Chiabà" si trincera dietro un «no comment» per quanto riguarda la situazione degli ospiti, ma fa sapere che la struttura sta operando per isolare ogni forma di contagio, che gli ospiti sono isolati e le stanze in cui vivono sanificate. Nel mentre l'Azienda sanitaria è intervenuta con propri medici a visitare gli anziani presenti nell'Asp.
Oggi si avranno conferme anche per il tampone effettuato a un secondo dipendente della Marcegaglia Palini e Bertoli chiusa dalle 12 di lunedì per la sanificazione degli ambienti dopo i risultati positivi al tampone effettuato lunedì su un operaio. Oggi alle 12 si saprà se l'Azienda sanitaria deciderà ulteriori prescrizioni o se saranno sufficienti quelle adottate attualmente, vedi il termoscreening e i controlli giornalieri nel presidio medico all'ingresso, sia alla Marcegaglia Palini e Bertoli che alla Marcegaglia Plates.Il dottor Iacuzzo, ha confermato la positività al tampone di un uomo residente nel comune di Marano Lagunare, mentre lo stesso sindaco della cittadina Mauro Popesso lo annunciava in diretta Facebook ai cittadini invitandoli a seguire ancora di più le prescrizioni indicate dal Dpmc del 9 marzo.
A Reana uffici chiusi per la sanificazione: si attende l'esito dei tamponi sugli assessori
L'amministrazione comunale di Reana del Rojale ha preso tutte le misure necessarie per gestire la situazione creatasi a seguito della notizia della positività al coronavirus del sindaco Emiliano Canciani.Il vicesindaco Anna Zossi spiega che «gli uffici comunali sono chiusi e lo rimarranno fino al completamento della sanificazione dei locali municipali e anche fino a quando verremo a conoscenza dell'esito dei tamponi effettuati ieri ai componenti dell'intera giunta, segretario comunale incluso, al fine di poter escludere possibili ulteriori contagi all'interno dell'ente comunale».I risultati dovrebbero essere resi noti oggi o al massimo domani. Zossi, inoltre, spiega che «la Protezione civile locale ha temporaneamente sospeso in via precauzionale il servizio sul territorio per evitare spostamenti e contagi.
Rimangono tuttavia attivi da lunedì a venerdì, dalle 9 alle 12, i numeri 346 7137460 (Servizio sociale) e 335 1079103 (Protezione civile) per l'assistenza a soggetti fragili, anziani o posti in quarantena».Le eventuali commissioni necessarie e urgenti saranno a carico degli utenti. La raccomandazione principale del vicesindaco Anna Zossi è quella di «rispettare scrupolosamente le misure preventive per la salute di tutta la comunità e contattare il proprio medico di base o il 112 in caso di presenza di sintomatologie».Va ricordato che è attivo anche il numero verde regionale 800500300 per eventuali chiarimenti.Il sindaco Emiliano Canciani, attualmente ancora ricoverato all'ospedale civile di Udine, contattato telefonicamente spiega che le sue condizioni sono stabili.
«I tempi di recupero saranno lunghi - spiega il primo cittadino - e bisognerà attendere il decorso della malattia. Desidero ringraziare i medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario per la professionalità e la disponibilità».I componenti della giunta e il segretario comunale sono stati sottoposti al test del tampone perché il 5 marzo hanno partecipato a una seduta dell'amministrazione municipale e quindi sono entrati in contatto con il sindaco Canciani.Infatti, a quella data egli presumibilmente stava già incubando l'infezione poiché con grande probabilità aveva contratto il virus nella riunione con l'Ausir tenutasi il 3 marzo, venendo a contatto con il suo direttore generale, Maurizio Del Ben, che è risultato contagiato.
Buttrio, la Tonello chiusa per prudenza: in 52 a casa due settimane
Hanno scelto di tutelare la salute dei propri dipendenti, anteponendola a qualsiasi ragionamento economico. Per questo, da domani mattina, i tre stabilimenti della Tonello spa di Buttrio caleranno le serrande e rimarranno fermi per quindici giorni.
Una decisione presa in autonomia «ma per nulla facile», fanno sapere dall'azienda, poiché a oggi non vige alcun obbligo di chiusura per le fabbriche.«Nonostante stiamo vivendo un momento di crisi - spiega una delle titolari, Sandra Tonello -, abbiamo pensato che questa mossa sia un atto di responsabilità nei confronti dei nostri assunti e delle loro famiglie». Da questa settimana, quindi, 52 persone tra impiegati e operai della ditta - che si occupa a livello internazionale di lavorazione su lamiere - potranno scegliere di ricorrere a ferie residue o di beneficiare degli ammortizzatori sociali «che speriamo ci verranno concessi».«Saremo sicuramente penalizzati dal punto di vista economico - prosegue Sandra Tonello -, ma dobbiamo trasmettere il messaggio che anche le attività produttive possono chiudere.
Non trattiamo prodotti di vitale importanza, il settore metalmeccanico può fermarsi in questa situazione».La decisione è stata presa dai vertici aziendali nel corso di una riunione con i responsabili e i capireparto «che hanno condiviso la scelta di chiudere la fabbrica», sottolinea ancora la dirigente.Chi potrà proseguire nel lavoro saranno gli impiegati dell'ufficio commerciale, grazie allo smart-work.È la prima volta che questa realtà, in sessant'anni di vita, si trova a fronteggiare una situazione simile.Negli ultimi tempi, comunque, non c'era stata una flessione delle richieste di lavoro, nemmeno dall'estero, anche se tra i suoi partner c'è Fincantieri, che ha recentemente annunciato il proprio stop.Calcolare come tutto ciò peserà sul bilancio aziendale, in ogni caso, «è ancora piuttosto difficile da dire - specifica l'altra titolare, Roberta Tonello -, lo sapremo solamente alla ripresa delle attività».
Ci sono i primi otto casi di contagiati da coronvirus nel Gemonese, quattro sono stati individuati a Gemona, tre a Osoppo e uno ad Artegna. A segnalarlo sono i primi cittadini, Roberto Revelant e Luigino Bottoni, che avvisano la popolazione, confermando che tutto è sotto controllo. «Segnalo - dice Revelant - che da oggi ci sono quattro casi di positività nel territorio comunale di Gemona. Tutti sono presi in carico dal Dipartimento di prevenzione che sta seguendo direttamente le persone risultate positive. Le quattro persone sono in isolamento.
Un ringraziamento va all'intera struttura sanitaria e di protezione civile per il servizio prestato in questa fase emergenziale di gestione anche di queste persone». Allo stesso modo, ha fatto il suo collega primo cittadino Luigino Bottoni: «A Osoppo ci sono tre casi di positività al coronavirus: due asintomatici e uno con sintomi febbrili ma in isolamento domiciliare. Questo ci fa capire che dobbiamo mantenere ancora più alto il rigore e l'ottemperanza ai provvedimenti restrittivi imposti, ancora di più di quello che si sta facendo, come la distanza di sicurezza con gli altri che vedo talvolta non esserci». I due sindaci invitano alla prudenza e fanno chiarezza così sulle tante voci girate in questi giorni.
A Gemona, sono in funzione le squadre di Protezione civile e sono già stati chiusi tutti i parchi: «Ribadisco - dice Revelant - l'invito a rimanere a casa: si evitino i luoghi all'esterno dove è possibile incrociare persone. In particolare, la pista ciclabile in particolare che è larga solo 2,5 metri e non sempre è possibile mantenere il metro di distanza, e ancor meno i marciapiedi». A Osoppo, in questi giorni sono stati ripuliti anche i marciapiedi al centro del paese, ma rispetto ai parchi non vi sono ancora limitazioni: «Nel nostro caso - dice il sindaco Bottoni - non abbiamo chiuso i parchi perché i nostri sono molto grandi rispetto alla popolazione che si attesta sulle tre mila persone. Per questo motivo non riteniamo si possano formare assembramenti di persone, ancora di più viste le limitazioni a spostarsi dagli altri Comuni». Anche ad Artegna si registra un caso, che viene seguito dal Dipartimento di prevenzione.
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