La soprintendenza boccia la Cividale cementificata
CIVIDALE. La battuta, fra il pubblico, è sgorgata spontanea: «La soprintendente Picchione “picchia” Cividale!». Bonariamente, s’intende, e con spirito propositivo, ma al contempo con determinazione. Nel giorno della presentazione al pubblico dell’accordo (definito «storico», nonché «modello di laboratorio politico-istituzionale-civile») che Ministero per i beni e le attività culturali, Soprintendenze regionali, Direzione per i beni culturali e paesaggistici del Friuli Vg e Comune hanno sottoscritto a Roma – lo scorso 18 dicembre – per la valorizzazione del ricchissimo patrimonio cittadino si è levata, inattesa, la voce di Maria Giulia Picchione, appunto, soprintendente ai beni architettonici e paesaggistici della nostra regione.
Pur plaudente, infatti, all’iniziativa (e non poteva essere altrimenti: l’intesa è atto di indiscutibile significato), la funzionaria non si è trattenuta dall’esprimere una serie di censure, mettendo da parte le usuali “reticenze istituzionali”: «L’atto – ha esordito – formalizza un concetto fondamentale, quello dell’essenzialità della cooperazione fra diversi enti per il perseguimento di obiettivi di tutela.
E’ il segno di una crescente attenzione politica alle ricchezze culturali italiane, la vera forza del nostro Paese. Di primo piano, tra le finalità che ci siamo prefissi di raggiungere nel triennio 2013/15, è l’intervento di recupero delle mura tardo antiche, compromesse nei decenni scorsi dalla realizzazione di un palazzone di fronte al castello Canussio. L’eliminazione di tale edificio incongruo è dunque un passo obbligato. Ma il discorso non può limitarsi a quel contesto.
Di fabbricati che stridono con l’assetto urbanistico di Cividale ce ne sono tanti altri: il condominio di via San Valentino, strutture a ridosso della cinta muraria, i palazzi di Largo Boiani, il complesso Vidussi. Serve del resto un piano di tutela anche per la fascia esterna alle mura, dove le operazioni edilizie devono essere compatibili con il paesaggio: il comprensorio sorto al posto del vecchio cementificio, per esempio, suscita forte perplessità. Tanti, troppi professionisti appoggiano il processo di aumento dei volumi di fabbricabilità, anziché osteggiare una simile filosofia».
In risposta alla “tirata”, il sindaco Balloch ha fatto presente che nel piano attuativo del centro storico sono indicati ben 27 edifici di contrasto: del problema, insomma, il Comune ha piena consapevolezza. «L’intesa cui siamo giunti – ha quindi commentato, esprimendo profonda soddisfazione – rappresenta un preziosissimo strumento di accelerazione per una serie di progettualità, secondo un cronoprogramma ben definito: tre anni, 2013/15 appunto.
Siamo riusciti a fare squadra, a mettere a sistema le energie di più realtà». Cinque i comparti d’azione: recupero murario, apertura di un museo statale d’arte medievale e moderna a palazzo de Nordis, nuova sede per i fondi archivistici e bibliotecari, candidatura Unesco per i Piccoli di Podrecca e valorizzazione dell’Ipogeo celtico.
Ringraziamenti ufficiali e sigillo trecentesco della città infine alla dottoressa Serena Vitri, che ieri ha concluso il suo incarico di direttrice del Museo archeologico nazionale: il sindaco Stefano Balloch e i soprintendenti regionali hanno plaudito all’impegno e alla professionalità dimostrata dalla funzionaria nel corso del suo mandato. Le subentra Fabio Pagano. l.a.
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