La storia della Princeps in un libro dedicato ai dipendenti
CORDOVADO. Entrando a Cordovado, lungo la regionale 463 si nota uno stabilimento abbandonato: negli anni Sessanta era una fabbrica che per il Sanvitese ha rappresentato una delle aziende più attive e...

CORDOVADO. Entrando a Cordovado, lungo la regionale 463 si nota uno stabilimento abbandonato: negli anni Sessanta era una fabbrica che per il Sanvitese ha rappresentato una delle aziende più attive e col maggior numero di maestranze. Era la Princeps di Alessandro Vittadello, ex Abital, specializzata in abbigliamento maschile, con il 70 per cento di manodopera femminile. La storia dell’azienda verrà presentata alle 20.30 di domani a Cordovado nell’arena di palazzo Cecchini nel libro “Vittadello, confezioni di abbigliamento, da Cordovado e Casette al Ponterosso”. Giovedì il bis, alle 20.30 nell’ex scuola elementare di Versiola di Sesto al Reghena. Il volume è stato realizzato da Gilberta Antoniali e Mario Monopoli, con la presentazione di Luigi Tomat, per i tipi della Lithostampa di Pasian di Prato. Alla regia delle due presentazioni, i Comuni di Cordovado e Sesto al Reghena.
«E’ un lavoro a quattro mani – riferisce Mario Monopoli –, che ricorda una grande fabbrica ed è dedicata a dipendenti e loro famiglie. Racconta la vita di un’azienda fondata nel luglio 1945 – prosegue – in una sartoria artigianale di impermeabili nello stabile dell’Eca di Cordovado per iniziativa di Leopoldo Melato, con una decina di lavoranti del luogo. L’anno seguente, l’attività venne ceduta al veneziano Alessandro Vittadello, figura determinante per lo sviluppo dell’azienda, che avviò la produzione di abiti maschili».
«Nel dopoguerra le vendite s’impennarono – continua Monopoli –, sino alla costruzione del nuovo stabilimento in località Casette, al confine tra Cordovado e Sesto, che dal 1958 divenne una risorsa occupazionale per tante famiglie, con oltre 400 dipendenti. Nel 1966, la Vittadello venne venduta alla milanese Montedison e nel 1968 subentrò la Abital confezioni spa. Nel 1970 scoppiò il caso del cottimo aziendale con una vertenza sindacale che sfoció in scioperi e cortei. L’ultima parte del libro – conclude Monopoli – riguarda il trasferimento dell’Abital al Ponte Rosso di San Vito, con un nuovo stabilimento di oltre 4 mila metri quadrati costruito tra il 1972 e 1973». Diversi fattori innescarono una rapida recessione dell’azienda, che fallì nel 1976 dopo aver cambiato vari nomi come Veab, Huron, Valmartino, New Team, Stefanel, Sandra Mel. Una struttura progettata per oltre 500 dipendenti si ridusse alla fine a una cinquantina di addetti.
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