La storia dell’artista medunese che scolpì i volti dei presidenti

Libri, video e spazi museali dedicati a Luigi Del Bianco, capo scultore sul monte Rushmore. Il sindaco Vanin: «Studieremo un progetto per valorizzare la figura del nostro celebre concittadino»

MEDUNO. Uno dei simboli degli Stati Uniti, il monumento nazionale del monte Rushmore, porta la firma del medunese Luigi Del Bianco, nominato capo scultore dell'immenso progetto che vede raffigurati nelle Black Hills, in Sud Dakota, i volti dei presidenti americani George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln.

La storia. Una storia di emigrazione e successo professionale che ha attirato l'attenzione dei media nazionali e che l’amministrazione comunale di Oreste Vanin ha intenzione di valorizzare. Lunedì sera, la storia del medunese, originario di borgo Del Bianco, è approdata sul grande schermo con un servizio dedicato dal programma Voyager, in onda su Rai 2.

Uno speciale che si è concentrato su “L'Italia straordinaria, Paese che ha cambiato il mondo”. Tra quegli uomini straordinari, che hanno contribuito a portare nel mondo il nome dell’Italia, e in questo caso del Friuli e di Meduno, non poteva mancare Luigi Del Bianco.

Il Comune ha fornito materiale allo staff di Voyager per effettuare il servizio, tra cui foto dello scultore e riprese del piccolo municipio montano e della borgata in cui Del Bianco ha vissuto sino al 1903, quando a undici anni è partito per l'Austria per lavorare come apprendista scalpellino.

Il ricordo: «Mi portava a vedere la sua opera»

Il progetto. L’obiettivo dell'esecutivo Vanin è studiare un progetto ad hoc per valorizzare la figura dell'artista medunese, individuando anche un’ubicazione idonea per allestire, per esempio, un’esposizione permanente, magari all'interno di un piano più ampio legato a storie locali di emigrazione.

Per il momento, qualche pezzo che ricorda il lavoro di Del Bianco è custodito nel piccolo museo di cimeli militari di Andreino Ferroli, collezionista e storico barbiere di Meduno, attualmente in pensione, il quale ha raccolto materiale relativo pure agli scalpellini. È chiaro che si può fare di più per valorizzare questa figura.

«Studieremo un progetto per rendere onore a questo concittadino che ha portato il nome del territorio oltre oceano – ha dichiarato il primo cittadino Vanin – Ci stavamo già pensando e il fatto che anche un programma televisivo abbia dedicato un servizio a Del Bianco non può che incoraggiarci maggiormente a percorrere questa strada e a tradurre in realtà un piano che sinora avevamo solamente immaginato».

Il sindaco. Un progetto dedicato a Del Bianco rappresenta pure l’occasione per dare visibilità a Meduno e potenziare l’offerta culturale.

«È giusto valorizzare chi si è distinto a livello internazionale, dando prova delle proprie qualità e quindi con duro lavoro, sacrificio e tenacia – ha aggiunto il sindaco – Quella di Del Bianco, tra l’altro, è una storia di emigrazione che potrebbe essere collegata anche ad altre a livello locale. Attiveremo una rete di contatti con altri soggetti (l’Efasce potrebbe essere uno di questi) per dare vita a un progetto strutturato».

E pensare che a Little Italy, il celebre quartiere di New York con popolazione di origine italiana, situato nella parte meridionale di Manhattan, esiste già uno spazio museale dedicato a Del Bianco, con tanto di bacheca che custodisce all’interno una riproduzione del suo volto.

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