La storia di Sergio Giuda, l'alpino con la pipa "in copertina"
Lo sguardo è rimasto lo stesso. E pure la pipa. Sono passati 52 anni da quando Sergio Guida, pavese, è stato immortalato in quella foto, la copertina del nostro libro, Naja alpina: era il 1965. Aveva poco più di vent’anni, stava partecipando al sedicesimo corso roccia della Brigata Julia.
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Era sul gruppo del Montasio, a Chiusaforte, in provincia di Udine, in un momento di pausa, tra le “sue” montagne. Quelle che ha sempre amato, quelle che lo hanno spinto a diventare alpino, “tradendo” le sue origini partenopee.
Galeotti poi sono stati i racconti di guerra, negli alpini, del suo professore di matematica. Qualche mese fa, cercando informazioni on line sull’adunata di Treviso, si è imbattuto nella nostra iniziativa, Ricordi di naja. Sergio ha aperto il cassetto dei ricordi e ci ha mandato quella foto, che è diventata la copertina del libro Naja alpina. «Non potevo crederci, sono orgogliosissimo».
Sergio Guida è arrivato mercoledì 10 maggio a Treviso. Per prima cosa ha parcheggiato il suo camper a Quinto, due passi fuori dalla città, poi si è diretto a passo di marcia in Camera di Commercio, in piazza Borsa, dove è allestita la mostra: «Sono felicissimo, questa fotografia, vista qui nella mostra, ha rinnovato il mio orgoglio di essere alpino».
Sergio Guida, un passato da professore di Lettere alle scuole medie e un presente da giornalista (è il direttore responsabile del periodico “L’alpino pavese”), non è nuovo alle adunate: «Ho partecipato una ventina di volte», racconta. Da qualche anno al suo fianco c’è la compagna Maria Angela Bergo. A onor di cronaca il camper quest’anno è particolarmente affollato: con Sergio e Maria Angela nella “brigata” ci sono anche Troll, Sally, Fru Fru e Cleopatra. Nell’ordine, un collie, un labrador e due paciosi gatti.
Sergio Guida racconta la sua storia accanto alla sua compagna, mentre passeggia tra i pannelli della doppia mostra in Camera di Commercio: «Ho scelto di svolgere il servizio militare negli alpini perché sono appassionato di montagna da sempre. Ho iniziato all’Aquila nel 1965. Nel luglio di quell’anno, con la brigata Julia, ho partecipato al corso roccia sullo Jôf Fuart, a Chiusaforte, in provincia di Udine. Conservo ricordi bellissimi di quell’anno».
Sergio era il più vecchio del gruppo: «Io avevo 24 anni, ero all’ultimo anno di Scienze politiche, mentre i miei compagni ne avevano 21: è stata l’occasione per scoprire una gioventù diversa, ragazzi che venivano dai più svariati percorsi, con cui ho stretto rapporti di amicizia durati nel tempo». Mentre parla, alla mostra, è un via vai di penne nere che chiedono: «Tu di che anno sei?», poi esplodono ricordi nitidi, di fatica, di amicizia.
Accanto a Sergio c’è Maria Angela.Da cinque adunate gli è accanto. «Faccio parte dell’associazione “Amici degli alpini”, insieme ad altre due amiche mi occupo di cucinare alle feste, ai raduni». Il mondo degli alpini lo ha nel cuore, tanto che pure suo figlio è una penna nera. «Questa sarà un’occasione per conoscere Treviso, per incontrare persone che hanno condiviso con me il percorso negli alpini. La scoperta di essere l’alpino scelto come copertina del nostro libro renderà questa adunata indimenticabile»
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