La storica Via crucis di Erto verso la tutela dell’Unesco

E’ una delle primavere più fredde dell’ultimo secolo, ci sono ancora decine di centimetri di neve: eppure alle 20.30 di domani partirà la tradizionale processione del Venerdì santo

PORDENONE. E’ una delle primavere più fredde dell’ultimo secolo. A Erto ci sono ancora decine di centimetri di neve. Eppure alle 20.30 di domani dall’ex municipio del paese partirà la tradizionale processione in costume del Venerdì santo.

Maltempo o meno, i figuranti, tutti di Erto, rievocheranno l’antichissimo rito dei Cagnudei. Si tratta di un ex voto seicentesco che solo lo spopolamento della valle dopo il disastro del Vajont ha fermato per alcuni anni. Il comitato organizzatore non si cura delle stime dei visitatori che ogni anno vengono illustrate prima della manifestazione. «Si tratta di una devozione religiosa che va fatta anche in assenza di pubblico, pur essendo felici che la valle goda di tanta risonanza», hanno commentato i vertici del gruppo che promuove la Via crucis.

La vera novità è che dal prossimo anno l’iniziativa potrebbe essere tutelata persino dall’Unesco come bene immateriale dell’Umanità. Da qualche anno l’evento di Erto è infatti parte integrante di Europassion, un’associazione che a livello europeo raccoglie almeno 80 cerimonie del Venerdì santo.

La sezione italiana conta 30 componenti e è presieduta dal comitato di Ciconicco di Udine. Europassion ha chiesto all’Unesco di proteggere queste proposte culturali nate in modo spontaneo e gli ispettori della sede di Parigi sono già all’opera. L’iscrizione della processione di Erto e delle altre similari avverrebbe nell’elenco dei beni immateriali, cioè dei riti e delle tradizioni popolari che rischiano l’estinzione a causa della globalizzazione.

Altra news di queste ore: il vescovo della diocesi di Concordia – Pordenone, monsignor Giuseppe Pellegrini, ha contattato i promotori della sacra rappresentazione e potrebbe partecipare già all’edizione del 2014 in forma ufficiale. Formalmente la Via crucis di Erto non viene riconosciuta dalla Chiesa cattolica ma il presule si è impegnato ad approfondire la questione per concedere l’expedit, il nulla osta delle autorità ecclesiali.

Tornando alla cerimonia in sé, sono tutti in attesa di assistere alle ultime ore del Cristo, impersonato da Danilo Martinelli “Gaia” e dei due ladroni (Sandro Corona “Tita” e Loris Filippin “Fagot”). Insieme a loro ci saranno i principali personaggi del Vangelo, passando da Pietro (Vanni Martinelli “Gaia”) e Giovanni (Claudo Corona “Totò”) a Giuda (Anio Martinelli “Gaia”), da Pilato (Bortolo Filippin “Giambon”) a Caifa (Pietro Martinelli “Caporal”) a Barabba (il sindaco Luciano Pezzin).

I pubblici accusatori di Gesù saranno Gianantonio Filippin “Mucio” e Italo Filippin “Frambol”, mentre Maria è portata in scena da Maddalena Filippin. I sommi sacerdoti Adamo Corona “Tano” e Giovanni Corona saranno invece affiancati da decine di altri figuranti minori, coperti da tuniche e divise romane realizzate a mano.

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