La svolta politica di Battisti nel carcere di Udine, dove entrò in contatto con l’ideologo Cavallina

UDINE. La vicenda di Cesare Battisti riguarda in parte anche il Friuli. Conclusa da poco la tragica vicenda del rapimento di Aldo Moro, il 6 giugno 1978 a Udine venne commesso il primo omicidio da parte dei Pac, i Proletari Armati per il Comunismo, una delle tante sigle del terrorismo rosso dell’epoca.
Il comandante della Casa Circondariale di Udine, Antonio Santoro, cadde vittima di un agguato; fu assassinato per strada da un gruppo dei Pac, che successivamente rivendicarono l’omicidio. Fu il primo dei due omicidi di un gruppo armato di sinistra in Friuli, il secondo sarà quello dell’ingegner Giuseppe Taliercio tre anni dopo da parte delle Brigate rosse.
Uno dei membri del gruppo, in seguito collaboratore di giustizia, Pietro Mutti, ha affermato nelle sue dichiarazioni che l’esecutore materiale dell’omicidio Santoro fu Cesare Battisti, il quale venne poi condannato all’ergastolo per aver commesso complessivamente, in concorso con altri, quattro omicidi durante gli anni di piombo, tra cui appunto quello del maresciallo Santoro.
Battisti e Mutti erano partiti quel giorno dal loro soggiorno di Grado, su una Simca insieme con Enrica Migliorati, studentessa di 20 anni, e Claudio Lavazza, operaio di 21, che era alla guida. Sempre secondo Mutti, Battisti ed Enrica Migliorati attesero la vittima il mattino all’uscita di casa fingendosi fidanzati, quando il maresciallo passò loro davanti, Battisti gli sparò alle spalle tre colpi di cui due mortali alla nuca.
I quattro, insieme con gli ideologi del gruppo Arrigo Cavallina e Luigi Bergamin, erano il nucleo originario dei Pac. Esso si era formato a Milano da una costola di Autonomia Operaia, da cui veniva anche un altro membro, quel Giuseppe Memeo, noto per la celebre foto che lo immortalava con la pistola impugnata a due mani tese durante una manifestazione contro la repressione, nei pressi del carcere di San Vittore a Milano, il giorno (maggio 1977) in cui venne ucciso l’agente Antonino Custra.
Gli obiettivi politici dei Pac furono sostanzialmente due. Il primo fu la lotta alle strutture carcerarie. Diverse organizzazioni dell’epoca si dedicarono al problema delle carceri, tra cui i Nap e una delle due fazioni delle Br che, dopo la spaccatura dei primi anni novanta, si rinominò “Fronte delle carceri”, e anche Lotta Continua aveva una sua sezione dedicata al problema.
Il secondo obiettivo prevedeva la punizione di quelli che venivano giudicati membri o collaboratori delle forze dell’ordine. In nome dell’attività anticarceraria, i Pac ferirono un medico del carcere di Novara, un agente del carcere di Verona e uccisero appunto Antonio Santoro. In nome invece della campagna contro i collaboratori delle forze dell’ordine, uccisero nello stesso giorno (16 febbraio 1979) il macellaio Lino Sabbadin nei pressi di Venezia e il gioielliere Luigi Torregiani a Milano.
Ambedue le vittime erano commercianti che, mesi prima, avevano sparato ai rapinatori uccidendoli. Sabbadin aveva sparato durante una rapina alla sua macelleria, Torregiani era intervenuto durante una rapina nel ristorante in cui si trovava.
La simultaneità dei due omicidi aveva lo scopo di ridurre le reazioni per legittima difesa durante le rapine, favorendo le attività malavitose del terrorismo. La particolare modalità di esecuzione dell’attentato udinese (l’agguato camuffato da incontro amoroso, il colpo alla nuca) rende l’uccisione del maresciallo Antonio Santoro una delle azioni più vili compiute dalle sedicenti formazioni rivoluzionarie dell’epoca.
I Pac ebbero una vita breve, dal 1977 al 1979, anche perché raccoglievano, accanto a militanti provenienti dal movimento del 1977, delinquenti comuni come Cesare Battisti, il quale probabilmente si politicizzò proprio nel carcere di Udine nel quale era stato rinchiuso per rapina, e dove entrò in contatto con l’ideologo Arrigo Cavallina, che lo fece entrare nell’organizzazione.
Latitante dal 1981, il contenzioso per l’estradizione con il Brasile, Paese nel quale si era da ultimo rifugiato, datava dal 2004. —
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