La terapia con gli asini aiuta a migliorare il benessere dei disabili

L’attività voluta dal Centro socio riabilitativo di via Gervasutta Tra i progetti, anche attività coi cani: benefici su emotività e fisico



Quando la comunicazione non segue le regole convenzionali, un sorriso appena accennato, un respiro che si fa più rilassato o una reazione spontanea come una carezza dicono molto di più di quanto potrebbero mai fare le parole. Piccoli gesti che raccontano grandi conquiste tradotte in un benessere emotivo e fisico. Quello che provano le persone con una importante disabilità quando si trovano a interagire con gli animali. Il centro socio riabilitativo educativo di via Gervasutta (il modulo diurno) da alcuni anni ha introdotto nel suo ricco programma anche attività a contatto con cani e asini, in accordo con le famiglie degli ospiti e d’intesa con l’Azienda sanitaria universitaria integrata udinese.

«L’onoterapia e la pet therapy risultano facilitanti – sottolinea Alessandra Cossar, referente del progetto, uno dei molti proposti al Csre per migliorare la qualità della vita degli utenti – per persone che hanno bisogno del contatto corporeo per vivere una determinata esperienza». L’attività è partita quattro anni fa e sono stati coinvolti in tutto 25 utenti. Una volta a settimana, a rotazione, un piccolo gruppo – di un’età compresa tra i 25 ai 47 anni – si reca all’asineggio attrezzato di San Vito di Fagnagna per interagire con quattro asine, che soddisfano tutta una serie di requisiti necessari per poter entrare in contatto con persone con un elevato bisogno di sostegno. Ad ogni incontro si alternano una decina persone, che partecipano a gruppi di tre. Sempre una volta a settimana, ma all’interno del centro di via Gervasutta, in spazi predisposti allo scopo, si svolge la pet therapy con i cani che coinvolge ogni volta 6 utenti, che entrano a mini gruppi di due. «Gli esiti dell’attività – chiarisce Cossar – sono verificabili. Sono stati riscontrati effetti positivi in termini di benessere emotivo e fisico, come la riduzione di stereotipie, il rilassamento corporeo, la diminuzione della frequenza del respiro, la modulazione dei vocalizzi e in certi casi capita perfino che, alla fine del progetto, la reazione inizialmente mediata con gli animali possa diventare spontanea». Per entrambe le terapie ci si avvale di personale specializzato, che accompagna gli utenti all’asineggio e li segue sul posto o che fa lavorare i cani in via Gervasutta. «Il cane segue i comandi dati dal professionista – racconta la referente – e interagisce con gli utenti in maniera diretta, salendo per esempio sulle gambe o avvicinandosi ad altre parti del corpo». «Con l’asino il contatto è diverso – chiarisce la dottoressa Erica Molinaro Franzil, che si occupa delle terapie con asini e cani –, l’animale è più passivo, ma trasmette molta tranquillità. Prima si inizia con un lavoro a terra e poi, se la situazione lo consente, anche in groppa». —

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