La truffa delle auto di lusso: ecco i nomi di arrestati e indagati

UDINE. L’auto dei propri sogni - anche se usata - messa in vendita a un prezzo concorrenziale sui siti internet. Sono stati attirati così 835 acquirenti in tutta Italia, 111 in Fvg. Peccato che si trattava di macchine immatricolate fraudolentemente (in ragione del mancato assolvimento dell’Iva), con artificiose riduzioni dei chilometri che le “ringiovanivano” agendo sul software e sulle centraline elettroniche dei mezzi anche di 4 volte rispetto alla reale percorrenza.
In un centinaio di casi inoltre, dopo il versamento dell’anticipo di 30 -40 mila euro, le macchine non venivano consegnate per un introito di 2,2 milioni.
A smantellare questa associazione criminale impegnata in tutto il territorio nazionale nella vendita di veicoli di provenienza tedesca (Porsche, Mercedes, Ausi, Bmw) con un’evasione fiscale milionaria è stata la Guardia di Finanza di Pordenone in un’operazione (denominata “Cars Lifting”) congiunta con la Polstrada di Udine: 18 persone indagate di cui 4 friulani, 5 provvedimenti restrittivi eseguiti su delega della Procura di Udine con in manette un pordenonese e un sequestro per oltre 5 milioni.
Arrestati e indagati: ecco i nomi. Sono 18 i soggetti (rappresentanti di agenzie e officine) che fanno parte dell’associazione criminale indagati dalla Procura di Udine per i reati di associazione a delinquere, fiscali, truffa e falso materiale e ideologico.
Il gip di Udine Matteo Carlisi ha emesso provvedimenti di arresto nei confronti di Andrea Frecentese, 42enne di Pordenone e Fabrizio Bruno, 54 anni di Nettuno, entrambi in carcere a Roma, che hanno rivestito un ruolo apicale nell’organizzazione, e Marco Fois 51enne di Anzio, che sconterà gli arresti domiciliari (per tutti e tre la misura avrà durata di 6 mesi dalla sua esecuzione).
Scatterà la misura d’obbligo di dimora per un anno invece per Walter Fois, 26enne di Roma, e Stefano Miozzi, 50 anni, di Nettuno.
Gli altri indagati sono: Joan Paolo Casula, 40enne di Anzio, Manuela Messina, 40enne di Anzio, Lorenzo Strukelj Minini, 33 anni di Gorizia, Alessandra Labanca 41 anni residente a Codroipo, Michela Lucarell, 36 anni di Roma, Giorgio Catese, 61 anni di Aprilia, in Lazio, Andrea Clazzer, 36 anni sempre di Aprilia, Monica Lo Presti, 36 anni di Palermo, Lucia Dal Zilio, 61 anni di Treviso, Francesco Perna, 55 anni di Pordenone, Davide Agnoluzzi 25 anni di Codroipo, Antonio Riboni, 48 anni di Fregona (Treviso) e Lucio Rebecca 59anni di Vigodarzene (Padova).
Il procuratore: chi froda il fisco è un ladro. «Non esiste un’evasione fiscale di necessità. L’evasione è un reato grave». Il procuratore di Udine Antonio De Nicolo l’ha ribadito ieri presentando l’operazione Cars Lifting. Criticando «quell’atteggiamento perennemente ondivago nei confronti delle frodi fiscali che devono essere sempre considerate come dei reati gravissimi perché lo sono.
Non pagare l’Iva o l’imposta sui redditi dovrebbe essere considerato come un estremo disvalore sociale. Invece, spesso, c’è una sorta di buffetto affettuoso nei confronti di persone che in qualche modo, ritengono molti, devono pur sfangarsela come se esistesse un’evasione di necessità. Non è assolutamente così».
Le immatricolazioni fraudolenti nate dal commercio online di vetture di lusso fanno riflettere «sui pericoli in cui si rischia di incorrere nella Rete. Quando ci viene offerto un bene che normalmente vale 100 a 95 forse è un buon affare ma se ce lo offrono a 60 molto probabilmente è una truffa e questo lo sanno bene gli oltre 800 soggetti che hanno acquistato autovetture e sono stati truffati».
«Si tratta di un fenomeno molto diffuso – ha continuato De Nicolo –. Ogni giorno sulla mia scrivania arrivano 4-5 denunce di truffe commesse a mezzo internet. Quando alla truffa accompagniamo la frode fiscale, oltre agli 800 soggetti lesi in questa vicenda, ci sono altri 60 milioni di soggetti passivi che siamo tutti noi che le tasse le paghiamo regolarmente. Io vorrei che ci fosse lo stesso atteggiamento di disvalore sociale nei confronti del truffatore e dell’evasore fiscale».
L’impressione del procuratore è che «nel nostro codice genetico in Italia non sia considerata con la stessa severità la violazione fiscale e il furto o la truffa quasi che l’evasore fiscale sia un furbacchione che ce l’ha fatta verso il quale proviamo addirittura un po’ di simpatia.
Bisogna far comprendere alle persone che chi evade il fisco danneggia 60 milioni di cittadini che le tasse le pagano. Colui che evade il fisco è un soggetto che commette reati penali di assoluta gravità come il truffatore o il ladro. Quando capiremo questo allora faremo un passo avanti nella lotta alle frodi fiscali.
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