La Val Settimana percorribile ma solo a piedi: ok al sentiero

Autorizzato un percorso temporaneo da Ponte del gobo a località Settefontane A breve potrebbe riaprire anche il rifugio Pussa. La zona è isolata da ottobre 2018



Dopo sette mesi di isolamento per frane, la Val Settimana torna raggiungibile esclusivamente ai pedoni con un percorso temporaneo realizzato nel tratto che va da Ponte del gobo alla località Settefontane, nel comune di Claut. Per facilitare la percorrenza, saranno installate indicazioni relative all’itinerario. Lo ha comunicato il sindaco di Claut Franco Bosio con un’ordinanza.

A dare il via libera al provvedimento è stata una nota pervenuta dalla Regione, con cui è stata comunicata l’avvenuta verifica da parte della stazione forestale Valcellina della fattibilità del sentiero bypass in località Settefontane. Oltre che sulla comunicazione regionale, per aprire la viabilità pedonale ci si è basati pure su una nota del direttore del Parco naturale delle Dolomiti friulane, in cui è stato messo in evidenza che era possibile realizzare un percorso pedonale temporaneo per i dissesti presenti e le interruzioni stradali nella medesima località.

A breve, quindi, potrebbe riaprire anche il rifugio Pussa, di proprietà del Cai di Claut. Una buona notizia, quella dell’apertura di un itinerario, seppur temporaneo, che conduce alla Val Settimana, isolata da ottobre 2018, quando le notevoli precipitazioni che si erano abbattute in Friuli Venezia Giulia avevano provocato ingenti danni anche sull’Alta Valcellina, con l’interruzione della viabilità di accesso alle vallate principali (strade comunali) e la parziale distruzione del patrimonio boschivo e della rete dei sentieri.

Da mesi il Cai di Claut sta sollecitando la Regione affinché venga trovata una soluzione, in quanto l’isolamento della valle rappresenta un duro colpo anche per l’economia montana. Il gruppo ha inviato lettere nelle quali è stato messo in luce che «l’apertura della strada della Val Settimana è fondamentale per garantire la continuità della fruizione di attività consolidate, tra cui alpeggio, cura dei prati e utilizzo del bosco, e soprattutto l’apertura del Rifugio Pussa, posto in posizione strategica a cavallo tra Valcellina e Val Tagliamento».

Il sodalizio ha messo in evidenza che questa struttura, di proprietà del Cai di Claut, «è un importante punto di appoggio per coloro che vogliono addentrarsi nel cuore del Parco ed è anche un essenziale punto di collegamento per le traversate verso la Val Cimoliana, le valli dell’alto Tagliamento e i canali di Meduna. L’apertura della strada è necessaria perché questa valle possa usufruire di quel turismo di montagna assicurato pure dal Rifugio Pussa della sezione Cai di Claut».

La viabilità è indispensabile per l’utilizzo dei boschi e la cura dei prati, «attività che oggi sono più che mai necessarie». Le conseguenze derivanti dalla chiusura della strada, insomma, sono numerose e di primaria importanza. Da qui la necessità di provvedimenti urgenti. —



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