La Via delle Rogge lungo gli antichi canali partendo dal centro città

Un percorso da fare a piedi o in bicicletta alla scoperta degli ecosistemi da parco fluviale dell’alta pianura friulana. Tra mulini, chiuse e ponticelli costruiti per domare l’acqua 
Alessandra Beltrame

È questo un bel percorso da fare a piedi o in bicicletta, pedalando controcorrente lungo le rogge, i canali artificiali nati anticamente per portare l’acqua alla città di Udine e ai dintorni.

Si parte dal centro della città e si arriva fino alla presa d’acqua sul torrente Torre che fu utilizzata da Arturo Malignani per ricavare l’energia idroelettrica per illuminare il capoluogo. Questa escursione permette di scoprire il paesaggio e l’ecosistema di un parco fluviale caratteristico dell’alta pianura friulana. Quel che appare come un semplice canale svela sorprendenti ambienti e antiche testimonianze. C’è una segnaletica dedicata e ci sono aree attrezzate per la sosta con tavolini e panche, i posti di ristoro si trovano nei paesi che si attraversano. È un percorso che si può fare in ogni stagione, per tutti, non presenta dislivelli significativi e si svolge su strade comunali con poco traffico e piste ciclabili protette.

Si parte da piazza Primo Maggio dove la roggia scorre fra la Basilica delle Grazie e il Liceo Stellini. In piazzale Osoppo si sale sul suggestivo percorso ciclabile e pedonale rialzato di viale Volontari della Libertà che affianca la roggia di Udine. Poi viale Vat, via Torino e via Biella e si giunge a Molin Nuovo, frazione di Tavagnacco e punto di partenza del percorso più breve (11 km) che prosegue costeggiando controcorrente la roggia di Udine. Al lento fluire dell’acqua fanno compagnia anatre e gallinelle, file di salici e vasti prati e campi coltivati. Mulini, chiuse e ponticelli, alcuni antichi di secoli, si possono ammirare ancora oggi. La vista sullo sfondo della catena dei Musi ci ricorda il luogo della sorgente del torrente Torre (che nasce ai piedi del Monte Sorochiplas, 1084 metri) dalle cui acque deriva la roggia. Le colline moreniche e le Prealpi Giulie si stagliano oltre gli abitati. La flora è tipica delle zone umide: ontano, salice, pioppo nero, piante palustri, come il farinaccio, la saponaria e il ranuncolo d’acqua galleggiante. Le chiesette: a Cavalicco San Leonardo ha forme romaniche, fra Adegliacco e Ribis San Giacomo è in mezzo a un prato e ha pareti in sasso e il campaniletto a vela.

Superati campi e filari di gelsi, si arriva nel territorio di Reana del Rojale, che svela un impensabile patrimonio protoindustriale. Nella frazione di Rizzolo ci sono il battiferro Sbuelz, che risale al Settecento, una fornace d’inizio Novecento e almeno un paio di mulini. A Cortale si trova il vecchio mulino Segat, ancora attivo per la macinazione del mais. Casali e mulini si susseguono, così come i ponticelli che scavalcano la roggia facendo passare il percorso ora da una parte ora dall’altra. Infine ecco la meta: la presa di Zompitta sul Torre, con il sistema di captazione e ripartizione delle acque tra le rogge di Udine. L’ultimo tratto costeggia l’antico muro, o rosta, che difende dalle esondazioni del Torre. L’attuale opera di presa delle acque è stata realizzata nel 1934 sulla base di opere ben più antiche.

Il rientro avviene sulla sponda sinistra del torrente passando da Savorgnano al Torre fino a Beivars per ritornare al punto di partenza.

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