La vita in azienda e in ufficio dettata da divieti e prescrizioni, ecco come in Fvg il modo di lavorare

Orari e distanza ma anche nuove misure come la possibilità di rilevare la temperatura corporea con il termoscanner all’ingresso: non potrà entrare chi ha febbre o altri sintomi influenzali e chi, negli ultimi 14 giorni, ha avuto contatti con soggetti risultati positivi
Un impiegato lavora al computer nel suo ufficio, 19 marzo 2018 a Genova..ANSA/LUCA ZENNARO
Un impiegato lavora al computer nel suo ufficio, 19 marzo 2018 a Genova..ANSA/LUCA ZENNARO

UDINE. Il coronavirus ridisegna il lavoro. Impone distanze, stabilisce nuovi orari, vieta le riunioni (se non quelle in teleconference), obbliga a scaglionare gli accessi in azienda, a far ruotare il personale per evitare che troppi dipendenti si trovino nello stesso spazio contemporaneamente.

L’emergenza sanitaria costringe le aziende ad adeguarsi e le vincola ad attuare il “Protocollo condiviso per il contrasto al Covid-19 negli ambienti di lavoro”, così come integrato il 24 aprile, sottoscritto da Governo, parti sociali e le associazioni datoriali. Un protocollo, questo, che ciascuna impresa dovrà adattare alla propria specifica realtà.



La vita in azienda sarà dettata da divieti e prescrizioni ma anche da nuove misure come la possibilità di rilevare la temperatura corporea con il termoscanner all’ingresso: non potrà entrare chi ha febbre o altri sintomi influenzali e chi, negli ultimi 14 giorni, ha avuto contatti con soggetti risultati positivi.


Ci si dovrà abituare a mantenere la distanza di almeno un metro dai colleghi, alle postazioni lontane e divise da barriere in plexiglas, all’uso delle mascherine, alla sanificazione degli ambienti, al rispetto di tutte le norme igienico sanitarie, all’incentivazione dello smart working, agli ingressi regolamentati nelle aree comuni come mense, spogliatoi o davanti ai distributori automatici di snack e caffè.

E si dovrà dire addio a trasferte, agli spostamenti interni tra unità produttive, al libero accesso dei fornitori. Tutto sarà regolamentato. E, in caso di un contagio, dovrà scattare immediatamente da parte dell’impresa la comunicazione alle autorità sanitarie.

A vigilare sull’efficacia delle azioni anticontagio sarà un comitato interno. Un assetto, quello dei luoghi di lavoro, che cambia. Perché per garantire la sicurezza dei dipendenti è necessario ripensare a come organizzare attività e gestire i flussi di persone.

Fedriga ha firmato la nuova ordinanza: ecco quali sono le nuove regole (in 25 punti) in Friuli Venezia Giulia
Tolmezzo Aprile 2020. Emergenza Coronavirus. Casa di riposo di Tolmezzo. © Foto Petrussi

Termoscanner all’ingresso

I dipendenti prima di entrare in azienda potranno essere sottoposti al controllo della temperatura corporea col termoscanner nel rispetto della normativa della privacy (fornire l’informativa sul trattamento dei dati personali e i dati acquisiti non saranno registrati). Se la temperatura sarà superiore ai 37,5 gradi non sarà consentito l’accesso. L’ingresso ai lavoratori risultati positivi avverrà solo con la certificazione medica da cui si attesta che il tampone è risultato negativo. Accesso interdetto a chi negli ultimi 14 giorni ha avuto contatti con contagiati.

Si entra a turni scaglionati

Le aziende possono introdurre degli orari scaglionati e prestabiliti di ingresso e di uscita dei dipendenti per evitare code e assembramenti. Non solo, per ridurre la compresenza dei lavoratori i turni potrebbero essere sfalsati (con una riassegnazione degli armadietti, uno a testa o in funzione dei diversi turni). Prevista anche una turnazione delle pause per singola unità produttiva. La certificazione delle presenze in sede è a cura del responsabile diretto invece che attraverso la “timbratura”.

Accessi ad hoc e uffici vietati

Vanno individuati percorsi e tempistiche predefiniti per ridurre le occasioni di contatto con il personale. Gli autisti dei mezzi dovranno restare preferibilmente a bordo. Non è consentito l’accesso agli uffici. Per le attività di carico e scarico il trasportatore dovrà attenersi alla distanza di un metro e nelle aree apposite saranno utilizzati distanziatori e barriere. Va ridotto, per quanto possibile e solo se necessario a garantire la continuità aziendale, l’accesso ai visitatori che in ogni caso dovranno sottostare alle regole aziendali.

Pulizia di spazi, pc e scrivanie

L’azienda deve assicurare la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica degli ambienti, delle postazioni, delle aree comuni, delle tastiere dei distributori automatici. Va garantita, inoltre, la sanificazione periodica di tastiere, schermi touch con appositi detergenti negli uffici e nei reparti produttivi con controlli e manutenzione dell’impianto di aerazione e dei sistemi di filtro. Nelle aziende in cui si sono registrati casi sospetti di Covid-19 in aggiunta alle attività di pulizia giornaliere è necessario prevedere, alla riapertura, una sanificazione straordinaria.

I dispenser con il gel

Previste la pulizia e l’ igienizzazione degli spazi chiusi. È obbligatorio che le persone presenti in azienda adottino tutte le precauzioni igieniche, in particolare per le mani: la pulizia con acqua e sapone o con gel igienizzante è raccomandata in più momenti dell’attività lavorativa. Per tale motivo devono essere messi a disposizione, in prossimità di ogni ingresso aziendale e dei servizi igienici idonei, dispenser di prodotti igienizzanti/disinfettanti per mani a base di alcool (concentrazione di alcool minima del 60 per cento).

Seduti distanti e mascherine

Bisogna predisporre le postazioni in modo che si possa rispettare la distanza di almeno un metro sia negli uffici sia nelle aree produttive: possono essere collocate barriere fisiche in plexiglas, segnaletica a terra, avvisatori di prossimità. Fondamentale usare in modo corretto e costante mascherine e guanti, sopratutto dove non sia possibile garantire sempre la distanza minima. Gli ascensori sono da evitare tranne per le persone disabili. Possibilità anche di disciplinare la viabilità delle persone per ridurre al minimo gli incroci fra lavoratori in ingresso e uscita.

Le regole in vigore dal 4 maggio: ecco la circolare del ministero dell'Interno
Emergenza Coronavirus. Archivio. Guanti © Foto Petrussi

Tavoli ridotti, no al self service

L’accesso agli spazi comuni come le mense, le zone ristoro o le aree fumatori è contingentato: previsti una ventilazione continua dei locali, un tempo di sosta ridotto all’interno sempre mantenendo la distanza di sicurezza di almeno un metro. Gli spazi dovranno essere riorganizzati con una riduzione dei tavoli e posizionamento a scacchiera o in diagonale delle sedute. Pasti “a sacchetto” con cibi confezionati, posate usa e getta e condimenti monodose. Vietato il self-service. Consigliato l’uso di guanti per le macchinette che erogano snack e bevande calde.

Più lavoro a casa, trasferte sospese

Va incentivato lo smart working per tutte le attività che possono essere svolte a casa e si può procedere con una rimodulazione dei livelli produttivi. Vanno utilizzati in via prioritaria gli ammortizzatori sociali nel rispetto degli istituti contrattuali finalizzati a consentire l’astensione dal lavoro senza perdita della retribuzione. Le trasferte sono sospese. Se dovessero essere strategiche vanno autorizzate e regolamentate con fornitura di Dpi, verifica sanitaria alla partenza e al rientro, capienza ridotta nei mezzi.

Nuova ordinanza del 3 maggio: fra divieti e permessi, ecco cosa cambia in Fvg
Udine 3 maggio 2020. Emergenza Coronavirus Covid 19. Domenica in emergenza coronavirus in citta'. © Foto Petrussi

Ammesse solo le teleriunioni

Preferibile svolgere sempre le riunioni da remoto (tele/call conference). Se sono necessarie e urgenti, o nell’impossibilità del collegamento a distanza, la partecipazione dovrà essere ridotta al minimo e bisogna rispettare precise regole: distanziamento interpersonale, areazione e pulizia dei locali, divieto di microfoni a cono o di altri dispositivi a uso promiscuo, ingresso e uscita scaglionati dei presenti. Le sale riunioni possono essere utilizzate temporaneamente per dislocare le postazioni di alcuni lavoratori.

Isolamento e scatta l’avviso

Se una persona che lavora in azienda presenta febbre e sintomi di infezione respiratoria, come la tosse, deve immediatamente dichiararlo all’ufficio del personale e si dovrà procedere al suo isolamento e a quello degli altri presenti. Subito scatta da parte dell’azienda la comunicazione alle autorità sanitarie competenti e ai numeri di emergenza per il Covid-19 forniti da Regione e ministero della Salute. Inoltre è prevista la collaborazione per definire gli eventuali “contatti stretti” di una persona risultata positiva.

Sorveglianza sanitaria

Vanno privilegiate in questo periodo le visite preventive, a richiesta e da rientro da malattia. La sorveglianza sanitaria periodica non va interrotta perché costituisce una ulteriore misura di prevenzione generale. Il medico competente collabora con il datore di lavoro e segnala all’azienda situazioni di fragilità e patologie attuali o pregresse dei dipendenti che saranno tutelati nel rispetto della privacy. Per il reintegro del lavoratore dopo il contagio, una volta risultato negativo al tampone, il medico effettua la visita precedente al rientro

Fare applicare le disposizioni

In azienda sarà costituito un comitato che dovrà verificare se le disposizioni anticontagio vengono messe in atto e rispettate. Spetterà dunque ai lavoratori e ai loro rappresentanti la funzione di controllo. Saranno costituite delle commissioni specifiche alle quali parteciperanno il datore di lavoro, i dirigenti per la sicurezza, il medico competente, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e le rappresentanze sindacali. Potranno essere coinvolte anche le autorità sanitarie locali o altri soggetti istituzionali.



 

Argomenti:coronavirus

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto