L’Accademia Tiepolo e i suoi 200 cinesi: studenti che sognano le università italiane

UDINE. Nessuno di loro proviene dalla zona di Wuhan, quella diventata celebre (suo malgrado) per aver dato i natali al coronavirus che oggi spaventa il mondo. I 200 studenti che da novembre sono ospiti dell’Accademia di Belle Arti Tiepolo di Udine vivono con apprensione ciò che sta accadendo nel loro Paese, ma senza farsi distrarre più di tanto da ciò per cui sono arrivati in Friuli.
Il loro obiettivo è prepararsi per riuscire ad accedere alle università, alle accademie e ai conservatori italiani. Resteranno nel capoluogo friulano fino a settembre studiando la lingua di Dante, ma non solo. «I ragazzi, che sono tutti maggiorenni e hanno un’età compresa tra i 18 e i 20 anni – spiega Mauro Pozzana, referente dell’Accademia per i programmi Marco Polo e Turandot – provengono da zone diverse, ma piuttosto distanti dall’area del contagio del coronavirus: Shandon, Pechino, Shanghai.
Siamo in costante contatto con i loro genitori, e particolari criticità non ce ne sono. In questo periodo, per precauzione, li abbiamo invitati a non spostarsi troppo da Udine, rimandando non solo il ritorno a casa, ma anche i viaggi alla scoperta dell’Italia».
La giornata tipo di questi studenti è piuttosto intensa, con lezioni mattutine e pomeridiane e attività organizzate anche nei fine settimana. Per loro è un’opportunità di full immersion nella realtà italiana che non vogliono lasciarsi scappare. Per questo ci mettono impegno e dedizione nelle attività proposte, per farsi trovare pronti ai test di ammissione delle università o delle accademie.
«La nostra scuola è rimasta chiusa per Natale – aggiunge Pozzana – e così alcuni ragazzi sono tornati in Cina. Altri hanno approfittato del Capodanno cinese per rientrare in famiglia, e visto come si sono messe le cose, abbiamo consigliato loro di restare in Cina finché la situazione non migliorerà.
Si tratta di tre studenti». Dal punto di vista sanitario, il gruppo di ragazzi ha a disposizione un medico di base del servizio sanitario nazionale per il periodo di permanenza in Italia. «Nel caso in cui dovessero accusare qualche problema – assicura Pozzana – sanno a chi rivolgersi».
L’Accademia Tiepolo, proprio per dare modo a questi giovani di essere utili al loro Paese d’origine, ha deciso di effettuare una donazione alla comunità di Wuhan: «Ci metteremo in contatto con una scuola o con una struttura sanitaria del luogo – chiarisce Pozzana – e doneremo una fornitura di mascherine e guanti medici. Ci pare un gesto importante di vicinanza non solo a nome dell’Accademia ma soprattutto dei 200 ragazzi cinesi nostri ospiti».
Gli studenti del Far East se di giorno frequentano le lezioni dell’Accademia di viale Ungheria, la sera sono accolti in alcuni appartamenti privati o in residenze universitarie. Ecco perché non è difficile incontrarli per la città, dove la loro presenza non ha mai generato alcun tipo di problema.
«La maturità dei nostri allievi è certamente superiore a quella dimostrata da chi si rende protagonista di alcuni fatti di cronaca letti sui giornali». Il riferimento di Pozzana è a quanto accaduto nel milanese e nel veneziano, dove dei cittadini cinesi sono stati oggetto di insulti razzisti da parte di persone impaurite per un possibile contagio da coronavirus.
Il progetto Turandot rappresenta una delle iniziative di internazionalizzazione dell’Accademia di Udine, che è entrata anche a far parte della rete Erasmus e da un anno ospita studenti provenienti da altri Paesi europei. «Per la nostra realtà – conclude Pozzana – si tratta di un grande successo, che ci pone tra le prime cinque scuole di lingua italiana come numerosità di studenti cinesi».
Dei 200 ragazzi giunti a Udine, non è escluso che alcuni scelgano di restare in città per proseguire il loro percorso di studi, magari proprio in Accademia o all’università. Di certo si porteranno sempre dentro l’esperienza formativa compiuta nel capoluogo friulano. —
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