L’addio di Udine a Shimpei Tominaga
Folla di cittadini alla camera ardente tra lacrime e fiori. Il messaggio della Regione per il saluto, in sala Ajace, all’imprenditore rimasto ucciso per sedare una rissa

Un grazie appena sussurrato, un fiore bianco deposto sul pavimento trasformato in un tappeto di rose e una carezza lasciata sulla bara. Centinaia di persone composte e silenziose, ieri sera, a Udine, hanno salutato per l’ultima volta Shimpei Tominaga, 56 anni, l’imprenditore giapponese picchiato a morte per aver tentato di sedare una rissa.
Shimpei Tominaga lascia il capoluogo friulano da «eroe civico», così l’ha definito il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, esprimendo alla famiglia la vicinanza e il cordoglio del Governo in una sala Ajace, gonfia di commozione.
«Proporrò – ha assicurato Ciriani – un’onorificenza alla memoria di Shimpei Tominaga, per testimoniare l’apprezzamento del Governo e delle istituzioni per la lezione di senso civico e del dovere che ci ha lasciato questa persona»

L’affetto della città
Ancora scossi dall’assurda tragedia, in tanti, ieri sera, si sono ritrovati nella camera ardente allestita dal Comune, d’intesa con la famiglia Tominaga. Accolto sotto la Loggia del Lionello dal ministro Ciriani, dal sindaco, Alberto Felice De Toni, dal vice sindaco, Alessandro Venanzi, dall’assessore regionale Barbara Lizzi in rappresentanza della Regione, dai vice prefetto e vice questore, Leonardo Boido e Giovanni Maria Leo, il feretro ha fatta il suo ingresso in sala Ajace tra due ali di folla.
Persone comuni, uomini e donne di tutte le età e anche tanti bambini, si sono stretti attorno agli amici di Tominaga per l’ultimo commovente salute. Ognuno gli ha rivolto un pensiero e le proprie scuse per quella lezione di civiltà che gli è costata la vita.
I commenti
«Provo vergogna per quanto è accaduto, non è facile spiegare ai familiari che una persona perbene, venuta dal Giappone, ha trovato la morte in Friuli per mano di bande criminali. È una macchia per la nostra città e la nostra regione che dobbiamo cancellare in fretta» ha aggiunto il ministro nel garantire «l’impegno del Governo per impedire l’esistenza di zone franche sottratte alla legalità dello Stato. Se qualcuno pensa che questo sia possibile riceverà molto presto la risposta che si merita».
Ciriani ha ricordato gli interventi già attuati dal ministro Piantedosi con l’invio in città nuovi poliziotti e carabinieri assieme all’esercito, e con il coinvolgimento di prefetto e questore nella massima tutela della cittadinanza. Udine – ha avvertito il ministro – è una città civile e non può cambiare pelle e dignità».
E se questo episodio ha sporcato il Friuli, il ministro è convinto che, in questo momento, tutti i friulano vivono la morte di Tominaga con vergogna. Anche il sindaco ha ribadito con forza «la richiesta di riportare il numero di agenti a una situazione di adeguatezza alla città».
De Toni lunedì incontrerà il prefetto e il questore e valuterà se sarà il caso di rivolgere la richiesta direttamente al ministro Piantedosi. Oggi, invece, De Toni invierà – queste le sue parole – «una lettera all’ambasciatore giapponese a Roma per esprimergli le condoglianze della città per la perdita di questo cittadino che avendo la doppia cittadinanza era un esempio di come si possa stare con nazionalità diverse in Paesi diversi con grande capacità di produrre valore». Di fronte a una testimonianza importante come quella di Tominaga, il sindaco di Udine ritiene «doveroso rendere noto all’ambasciatore la nostra grande riconoscenza».
Attorno alla famiglia Tominaga si è stretta pure la Regione: «Questo – ha detto l’assessore Zilli – è il momento del silenzio e del rispetto, ma quanto accaduto dimostra inequivocabilmente come non sia più rinviabile una profonda riflessione sulla sicurezza e sui fenomeni di violenza che stanno colpendo le nostre città».
Oltre ai controllo, Zilli invita le istituzioni a operare «congiuntamente per rafforzare la cultura della legalità soprattutto tra i più giovani».
Il cordoglio
Alle dichiarazioni e agli impegni dei politici, si è aggiunto un lungo via vai di persone commosse. Non tutte conoscevano personalmente l’imprenditore giapponese, ma nonostante ciò hanno voluto esserci per manifestare la rabbia e il dolore ai piedi della bara con ai fianchi i labari listati a lutto del Comune di Udine e dell’Udinese calcio, la squadra del cuore di Shimpei Tominaga.
Tutti si sono messi ordinatamente in fila, tanti hanno lasciato un fiore bianco ai piedi delle due corone e dei cuscini di rose bianche intervallati da qualche filo di orchidee.
Davanti alla bara si sono fermati i consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, dall’ex sindaco Pietro Fontanini al presidente di Udine futura, Federico Malignani il quale, davanti al feretro, ha voluto inchinarsi. Visibilmente commossa la consigliera Anna Paola Peratoner, la quale ha lasciato la sala dopo essersi inginocchiata davanti alla bara, mentre la collega Francesca Laudicina aggiungeva una rosa bianca.
In sala Ajace a rendere omaggio a Shimpei Tominaga è arrivato anche l’arcivescovo, Riccardo Lamba, pure lui si è intrattenuto in preghiera davanti alla bara per poi stringere le mani ai rappresentanti della comunità giapponesi presenti in sala.
L’arcivescovo non si è trattenuto a lungo, ma la sua presenza è stata apprezzata perché conferma la ricerca del dialogo con le altre religioni. Nelle due ore in cui la città ha reso omaggio a quel piccolo grande uomo che non ce l’ha fatta a interrompere la scia di violenza manifestata da bande di giovani provenienti anche dal Veneto, si respirava grande partecipazione e soprattutto commozione.
Più di qualcuno ha lasciato la sala con gli occhi gonfi di lacrime, altri hanno toccato più volte la bara pronunciando, sottovoce, forse solo, un significativo «grazie».
Anche il consigliere regionale Mauro Di Bert, ha voluto esserci, così come non è mancato il consigliere comunale Stefano Salmè, pure lui ha lasciato un fiore. Il silenzio osservato rigorosamente in sala Ajace, ha contagiato il resto della città: se in borgo Poscolle commercianti e gestori di pubblici esercizi hanno spento, in segno di partecipazione al lutto, per una decina di minuti le luci nei locali, in via Mercatovecchio il tono della musica era molto contenuto. In quelle due ore, dentro e fuori la camera ardente non si è registrato alcun eccesso.
Anche la raccolta fondi avviata dagli amici della vittima per contribuire agli studi del figlio di Shimpei e per sostenere la famiglia è stata fatta con delicatezza: i bigliettini plasticati con gli estremi del conto in cui versare le donazioni sono stati riposti in una grande ciotola all’uscita da sala Ajace.
I pensieri
Altrettanto toccanti i pensieri scritti da quel serpentone lento di persone che da sotto la Loggia è entrato nella sala in cui Tominaga ha ricevuto gli onori della città. Sul registro si legge una sorte di impegno affinché il suo esempio diventi una sorta di lezione per il prossimo: «Il tuo coraggio e il tuo esempio non verranno dimenticati» oppure «un grazie di cuore con molta gratitudine» o «Che la tua morte non sia stata inutile» unita a «non si deve morire così». Sono frasi ricche di sentimento, con queste parole gli udinesi hanno lasciato una traccia per le istituzioni affinché non si ripetano tragedie analoghe.
L’ultimo viaggio
La giornata del cordoglio si è chiusa così come era iniziata, avvolta nel silenzio, nel dolore e pure nella rabbia. Shimpei Tominaga era uno di noi, una persona mite, disponibile e affettuosa. Lo sanno bene tutti coloro che hanno avuto l’onore di conoscerlo e di apprezzare le sue doti umane. Ecco perché, ieri sera, non hanno voluto mancare all’ultimo saluto convinti che Tominaga resterà nel cuore di tuttti. Avrebbero voluto affidare questi sentimenti alla moglie, ma la donna è già partita per il Giappone dove attenderà le ceneri del marito.
Neppure il fratello della vittima ha partecipato al cordoglio pubblico concluso dopo le 19.30 quando la gente lentamente si è diradata e il personale di palazzo D’Aronco ha chiuso sala Ajace e affidato il feretro al personale delle onoranze funebri Angel.
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