L’affondo dell’ex vicesindaco di Buja: esclusa e delegittimata, ho dovuto lasciare

Intervista all’esponente di maggioranza Silvia Pezzetta che con le sue dimissioni dalla Giunta ha scatenato una bufera 



Una stagione di veleni, di prevaricazioni e di mancati riconoscimenti. Così Silvia Pezzetta, che in capo a un paio di mesi ha dismesso i panni di vicesindaco, prima, e di assessore, poi, commenta la difficile stagione all’interno della maggioranza a Buja, dove approdò nel 2017 con un corredo di 344 preferenze. Tre mandati in consiglio comunale al suo attivo, prima come consigliere e poi per due volte come assessore comunale a servizi sociali, anziani, pari opportunità, casa di riposo, centro anziani e rapporti con le associazioni, è stata vicesindaco fino a gennaio, quando il sindaco Stefano Bergagna le ha revocato l’incarico per affidarlo a Giovanni Calligaro. Infine, giovedì, in consiglio comunale si è dimessa.

Ha lasciato il referato in un momento difficile

«Qualcuno mi ha rivolto questa accusa. Si tratta di critiche strumentali perché l’autorità sanitaria locale cui spetta il compito di emettere ordinanze contingibili e urgenti è il sindaco, che è dirigente amministrativo dell’azienda sanitaria. Del resto, il sindaco era solito coinvolgere nelle iniziative sanitarie l’attuale vicesindaco Calligaro, più che me».

Non le dava spazio?

«Per niente. Sin dall’inizio del mandato ho scontato solitudine e assenza di collaborazione. Il sindaco ha deliberatamente deciso di non coinvolgermi nelle questioni importanti della vita cittadina e non ha inteso prestare interesse nei confronti della mia persona e delle proposte per le quali intendevo spendermi. Ero esclusa al punto di non poter più esercitare il mio ruolo di vice, il sindaco non mi avvisava quando andava in ferie, né mi coinvolgeva nelle iniziative, anzi, delegava ad altri i miei compiti. La decisione di dimettermi è stata sofferta, ma per me era impossibile continuare così».

A cosa lo attribuisce?

«Forse ho scontato il risultato elettorale, la moltitudine di preferenze. O forse è stato il frutto di una svolta dettata dalla ricerca del candidato alla carica di sindaco per la prossima campagna elettorale, ma se fossi nel collega Calligaro non sarei serena, perché all’interno della Giunta potrebbero covare legittime aspirazioni e ambizioni. Chissà se nel 2022 i rappresentanti della Lega che ora gli siedono accanto in amicizia avanzeranno pretese».

Guiderà il gruppo misto, sarà una resa dei conti?

«Ho coinvolto Jessica Spizzo e Andrea Marcuzzi in un gruppo che intende essere propositivo e coerente con le linee programmatiche sottoscritte nel programma amministrativo presentato ai cittadini. Libera da sudditanze e da condizionamenti. Il mio impegno e la mia dedizione verso la mia bella comunità continueranno comunque, seppure in altra veste».

Ha un piano B?

«Non io, ma forse il sindaco sì. Sono certa che saprà affinare l’arte delle promesse. Una frangia dell’opposizione potrà soddisfare eventuali aspettative».

Cosa le ha fatto più male?

«È stata avviata da un ex candidato una campagna di delegittimazione nei confronti miei e dei tanti volontari che mi hanno aiutata, definiti scagnozzi. Mi dispiace che il sindaco e l’amministrazione non abbiano preso le distanze esprimendo la loro solidarietà. Ma sono tantissime le attestazioni di fiducia e di stima che mi sono giunte in questi giorni dalla gente». —



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