L'appello: "Non liberate il pesce siluro nei nostri fiumi, mangia tinche e lucci"

Ragogna, ricercatrice si rivolge ai pescatori: aiutateci a difendere l’ambiente. L’esemplare preso a Ragogna ha mangiato 40 quintali di altre specie

RAGOGNA. «Nelle nostre acque non liberiamo il pesce siluro. Questa specie impoverisce la comunità ittica». All’indomani della cattura del predatore da record nel lago di Ragogna, la comunità scientifica si rivolge ai pescatori che alle volte introducono specie esotiche per il piacere di catturarle.

Pesce siluro da record catturato nel lago di Ragogna

Il pesce siluro nel lago di Ragogna non è arrivato da solo e tantomeno per caso. Trattandosi di un predatore distrugge le specie autoctone come la tinca pesce in forte riduzione numerica, il barbo, il cavedano, l’alborella e la stessa trota. Ma trattandosi di un predatore, il pesce siluro compete pure con il luccio.

Il problema è noto. Nessuno può escludere che il predatore si limiti a popolare solo le acque del lago di Ragogna e del bacino dell’Isonzo.

«Nelle altre zone la sua presenza è verosimile», spiega la ricercatrice del dipartimento di Scienze della terra dell’università di Trieste, nonché presidente dell’Associazione italiana ittiologi acque dolci, Elisabetta Pizzul, che da anni studia la problematica. È una specie dannosa che a Ragogna e nel Vipacco, l’affluente dell’Isonzo, sta raggiungendo densità elevate.

«Nel campionamento effettuato nel Vipacco – continua la ricercatrice – abbiamo trovato un esemplare ogni due metri, una densità che non ha nulla da invidiare a quella riscontrabile nel Po».

Pensare di sradicarlo è un’impresa impossibile. «Quando il siluro trova un ambiente adatto è difficile eliminarlo completamente. Si può promuovere la cattura tra i pescatori che, però, in molti casi, pur avendo l’obbligo di farlo, non li trattengono.

Molti scattano la foto e poi li liberano», fa notare la studiosa nel ribadire che alcune introduzioni possano essere opera degli stessi pescatori che più di altri amano catturare questi mostri. Il pesce siluro preso e ucciso, domenica scorsa, da Davide Lizzi, nel lago di Ragogna, è lungo 176 centimetri e pesa circa 40 chili.

Sulla base di questi dati, la ricercatrice stima che dimensioni simili un pesce siluro può raggiungerle in una decina d’anni. Aggiungere qualche altro numero è doveroso: un pesce siluro per toccare i 40 chili deve mangiare almeno 4 quintali di pesce. Facile immaginare che l’esemplare pescato a Ragogna abbia saccheggiato il lago.

«Non si tratta di un problema da poco – insiste la studiosa –, purtroppo l’interesse per la fauna ittica è bassa. Chi si interessa dei pesci d’acqua dolce sono i pescatori che, alle volte, non si dimostrano troppo sensibili per la loro conservazione». L’unica nota positiva è che il pesce siluro non attacca l’uomo.



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