L’arcivescovo: Udine ha bisogno di più ordine FOTO - VOTA

UDINE. Sì alla solidarietà e sì all’accoglienza. Ma per l’arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato «una città ha bisogno anche di ordine». E il rispetto delle regole e dei doveri, indispensabili per il vivere comune, deve valere per tutti. Compresi i mendicanti quindi e chi si nasconde dietro i mendicanti.
Dopo l’allarme lanciato dai parroci, che avevano denunciato in un’intervista al nostro giornale la presenza di vere e proprie organizzazioni criminali alle spalle di chi fa l’elemosina, ieri monsignor Mazzocato, al termine delle celebrazioni dei Santi Patroni in Duomo, non si è sottratto alle domande dei giornalisti della Rai.
«C’è bisogno di una solidarietà intelligente - ha spiegato -, nel rispetto delle regole e dei doveri di ognuno perché la città ha bisogno di ordine, ci deve essere spazio e rispetto per tutti, ma è necessario anche aprire bene gli occhi per interpretare alcuni fenomeni sociali».
Un invito insomma ad aiutare chi ha veramente bisogno tenendo sempre gli occhi bene aperti. Perché secondo i parroci del centro, i mendicanti, spesso, sono le prime vittime di un sistema organizzato che non lascia loro neppure un euro di quanto racimolato, un vero e proprio racket che non si vince facendo la questua.
Nel corso dell’omelia l’arcivescovo ha affrontato anche il tema della speranza. «Per i cristiani, che vogliono vivere con coerenza la loro fede - ha detto -, non mancano neppure oggi le prove e le difficoltà e non mancano a tutta la Chiesa. Questo non deve essere un motivo per rassegnarsi e tenere la propria fede nascosta ma, piuttosto, stimolo per ravvivare nella nostra coscienza la fiamma della fede e della speranza».
E ancora: «Con i nostri Patroni Ermacora e Fortunato e gli altri primi cristiani era penetrata in Aquileia la fiammella della speranza cristiana. Nonostante fosse piccola, faceva paura al potere dominante di allora il quale cercò subito di spegnerla con le persecuzioni. Ma la luce della speranza cristiana era più forte e si diffondeva da persona a persona, come ricorda Papa Francesco nell’enciclica “Lumen fidei”. Ora la fiamma della speranza, che si alimenta alla fede in Gesù, è consegnata a noi cristiani perché la teniamo viva e la diffondiamo ancora da cuore a cuore. La speranza si mostra con segni concreti - ha rimarcato l’arcivescovo -. Tanti cristiani di Udine li stanno già vivendo. Sono, per esempio, segni di speranza un ragazzo e una ragazza che liberamente scelgono di amarsi per sempre nel sacramento del matrimonio e le coppie che si aprono alla vita offrendo il cuore e il corpo al miracolo della generazione di un figlio in questa terra diventata così avara di figli».
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