L'artista del trucco che ha conquistato Venezia: «Vi racconto la magia del Festival del cinema»
Le parole di Flavio Muccin, esperto di immagine e make up artist: «Non è vero che il divismo è morto. Sul red carpet si vede ancora ed è un sogno»

«Non credo affatto che il divismo sia finito, anzi. Il Festival del cinema di Venezia è una grande magia collettiva e una vetrina straordinaria per tutto il
made in
Italy». Flavio Muccin, di San Vito al Tagliamento, è esperto di immagine, make up artist, si occupa di servizi fotografici di moda, è consulente di bellezza delle spose, tiene corsi di trucco e sedute personalizzate per il gruppo delle profumerie Tulipano, del quale è anche responsabile per la formazione del personale. Di esperienze professionali di livello – dalle sfilate di Milano a quelle di Roma – ne ha fatte tante nella sua carriera, ma la “prima” al Festival del cinema di Venezia non la scorderà. «Perché l’atmosfera che si respira a Venezia è unica al mondo».
Ci racconti il suo Festival. Cosa vuol dire lavorare in un contesto di quel tipo?
«La parole d’ordine è bellezza, sia per quello che fai, sia per quello che vedi. Le nostre postazioni erano due. Una all’hotel Excelsior dietro la sala stampa, assolutamente strategica perché passavano tutti di là prima delle interviste e della sfilata sul tappeto rosso. La seconda al Sina Centurion Palace, hotel di super lusso affacciato sul Canal Grande, un posto da favola».
Attrici, attori, giornalisti, ma anche politici. Quali le sue stelle preferite?
«Gli americani oggi come oggi sono i veri divi del cinema, ma la mia icona è Claudia Cardinale. Quando ho saputo che sarebbe venuta a Venezia non ho capito più nulla e devo dire che incontrarla è stato fantastico. Pur essendo una diva è molto naturale e anche a 81 anni emana un grande fascino. Senza contare che, a differenza della gran parte delle star del cinema, non ha utilizzato la chirurgia estetica per fermare il tempo. Purtroppo si vede molto silicone».
Cosa ha chiesto alla Cardinale?
«Non ho resistito e dopo aver visto mille volte “Il gattopardo” le ho chiesto se i capelli del film fossero i suoi e com’era Alain Delon. Lei, molto disponibile, ha raccontato che le facevano indossare la parrucca e di Delon ha detto: “Il primo bacio con lui è stato finto...ma i successivi veri”. E ci ha fatto sorridere tutti».
Delle attrici più giovani chi l’ha colpita invece?
«Violante Placido. Non solo per il viso che pare dipinto, ma perché è davvero una donna normale, anche nella corporatura. Purtroppo si vedono molte taglie innaturali in quegli ambienti, 36-38. Lei invece l’ho vista perfino mangiare. Ed è splendida».
La bellezza è anche maschile, chi aveva più fascino secondo lei?
«Devo dire che Vincent Cassel, ex marito di Monica Bellucci, è uomo di grande carisma. Notevole anche lo chef argentino Simionato, mentre mi aspettavo di più da Clooney. In compenso la moglie, Amal Alamuddin, indossava l’abito più bello del Festival. Tra gli uomini più belli credo si possa segnalare anche il fratello del ministro Boschi, con il quale io e una collega abbiamo fatto una piccola gaffe».
Ovvero?
«La mia collega, che si occupava di pettinare e sistemare i capelli, vede questo splendido ragazzo un po’ in disparte e mi dice: “Flavio tu che conosci tutti, chi è quel bel ragazzo?”. A quel punto il ministro che era vicino a noi, lo chiama, si gira e ci dice: “E’ mio fratello, io sono single e così mi faccio accompagnare”. Entrambi davvero molto belli».
Il premio simpatia?
«Alla giornalista Tiziana Ferrario, donna intelligente e simpaticissima. E’ arrivata senza trucco, si è affidata a noi per tutto, poi quando abbiamo finito la aspettava per l’intervista un importante prelato romano. “Cosa facevate in quella stanza?” ha chiesto lui incuriosito. E lei, dopo avermi presentato, gli ha detto: “Monsignore, lui fa miracoli!”».
Come funziona in un contesto così il suo lavoro?
«La celebrità arriva, guarda quello che stai facendo in quel momento e se le piace il tuo lavoro si ferma nella tua postazione, sennò prosegue. Tutto parte dall’abito che indosserà che è una creazione unica, il trucco deve rispettare quello per cui non puoi osare, anche se qualcuno ti dà carta bianca».
Una scena “da film” l’ha vissuta?
«Più d’una. Una mattina mi chiedono se posso andare a preparare dei clienti americani, trucco e capelli, all’hotel Cipriani. Io non ho problemi con l’inglese e nel pomeriggio vado. Il motoscafo mi porta in albergo dove, all’ingresso, c’è un parco su cui si affacciano le stanze. Arrivo in camera e trovo una coppia – poi scoprirò che lui è un importante produttore –: lei in accappatoio bianco, lui in boxer sul divano che lavora. Lei mi chiede un trucco alla “Anna Magnani”, mi mostra abito e scarpe e io inizio a lavorare. Quando lei va a vestirsi sale in camera un uomo della security con auricolare e valigetta legata con le manette. La apre e dentro c’è una parure Bulgari da sogno. Sembrava la scena di
Pretty woman
».
Un sogno che solo il cinema regala? Le donne comuni possono vivere quella bellezza?
«Oggi si è persa la femminilità e l’eleganza. Nessuno indossa più abiti da sera, le donne cercano prima di tutto la comodità e rinunciano alla seduzione. Ai miei corsi dico sempre alle donne, che siano sole, sposate o fidanzate non cambia, che la mattina prima di uscire si guardino allo specchio e cerchino la loro femminilità: scarpe con i tacchi, una gonna, un rossetto colorato. Siamo franchi: nessun uomo nota quelle con il
pile
».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto
Leggi anche
Video