L’assessore comunale Reitani dice basta politica
UDINE. L’assessore prestato alla politica dice “addio”. Luigi Reitani non correrà per un secondo mandato a palazzo D’Aronco, né per un seggio in Regione. Semplicemente ringrazia e se ne va. Ritorna all’insegnamento e alla ricerca. Un annuncio arrivato ieri durante l’inaugurazione dell’ultimo obiettivo centrato dall’assessorato alla Cultura: la riapertura dopo il terremoto del 1976 del museo del Risorgimento e dopo 8 anni della sezione dedicata all’archeologia.
Moltissime le persone salite sul colle del castello per riabbracciare un patrimonio celato per decenni. La piccola chiesa di Santa Maria era stracolma quando Reitani ha preso la parola e ha tracciato il cammino da assessore.
«Non è stato un percorso facile – ha ammesso – e non di rado come amministrazione abbiamo incontrato sulla nostra strada ostacoli e denigrazioni, talvolta puramente strumentali. Non abbiamo rincorso grandi nomi dal sicuro potenziale mediatico, non abbiamo importato mostre preconfezionate, non abbiamo speso somme gigantesche per la pubblicità. Abbiamo prodotto cultura, fatto crescere competenze e risorse interne, dal livello tecnico-organizzativo a quello direzionale-scientifico. Abbiamo sempre cercato aperture e collaborazioni, anche quando abbiamo trovato saracinesche chiuse».
Limpido il riferimento agli attriti con la Regione. E forse si può leggere anche un po’ di disappunto per il trattamento riservato a Cesare Lievi, l’ex sovrintendente del Nuovo portato in città e voluto fortemente proprio da Reitani. In ogni caso una stoccata segnata con «una certa emozione – ha proseguito l’assessore alla Cultura – perché ho deciso di non proseguire la mia attività amministrativa e politica nel Comune di Udine oltre la fine naturale di questo mandato nel prossimo aprile, indipendentemente dall’esito delle elezioni. Non sono un politico di professione e ho vissuto il mio impegno amministrativo come un’esperienza a termine, cercando di mettere a disposizione con onestà le mie competenze organizzative e scientifiche. La mia vita però è legata all’insegnamento e alla ricerca, alle quali sento ora di dover dedicare interamente il mio tempo».
«La disponibilità a partecipare alla politica è per tutti un imperativo etico, al quale non ci si deve sottrarre – ha sottolineato Reitani –. I prestiti tuttavia sono tali se rientrano. Con la mia attività di studioso sono convinto di continuare a lavorare per questa città che mi ha accolto e ospitato generosamente».
L’addio era nell’aria da tempo, nonostante l’apertura a un secondo mandato già palesata dal sindaco, Furio Honsell. «Rispetto la scelta – ha detto il primo cittadino a margine dell’inaugurazione –. Avevo già espresso l’apprezzamento per il lavoro di Reitani e sono certo che anche da professore continuerà a essere prezioso per la città. È stato un assessore competente, delicato e curioso. In questi ultimi 5 anni ha compiuto passaggi molto importanti per la città».
Non ultima la riapertura al pubblico di due collezioni rimaste per anni chiuse negli scantinati del castello. «L’allestimento che proponiamo non muove da un impulso celebrativo – ha chiosato Reitani –, piuttosto vogliamo riflettere da europei in una regione senza confini, su quella passione che animò i patrioti dell’Ottocento e che si trasformò presto in ideologia. Così possiamo ripercorrere le tappe avvincenti della storia risorgimentale, ma anche leggere e capire come è diventata leggenda».
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