L'assessore Venanzi: Friuli doc sarà una grande festa e una sfida per la "capitale"

UDINE. Oggi, giovedì 7 settembre, si alza il sipario sulla 23ª edizione di Friuli Doc. Una kermesse che, soprattutto nel corso degli ultimi anni, è cresciuta molto riuscendo a diventare sinonimo e sintesi di cultura, tradizioni e valori del nostro territorio. In una sola parola trovando la forza per trasformarsi in una manifestazione che rappresenta l’identità, friulana prima ancora che strettamente udinese.
In questi giorni la città si (ri)prende naturalmente quel ruolo che le è proprio a livello regionale. Un ruolo che fa rima con baricentro produttivo ed economico di un territorio dalle enormi potenzialità, probabilmente oggi non del tutto espresse e declinate in ogni singolo fattore, oppure, quantomeno, ancora non sufficientemente valorizzate.
Ed è Friuli doc, con la sua storia e la sua tradizione, a farmi riflettere su quale sia, oggi, il ruolo di Udine come centro vitale di tutto il Friuli e quale debba essere la sua vocazione presente e futura.
Rivendico con orgoglio la capacità del nostro tessuto imprenditoriale di essere riuscito a tenere testa alla più grande crisi internazionale divampata in Occidente dal secondo dopoguerra. Il tutto all’interno e attorno a una città che non è più esclusivamente il manifesto concreto di una vocazione emporiale - dove il commercio occupa il 27% delle attività - , ma un capoluogo erogatore di servizi (42,8% dell’economia locale) in cui i giovani imprenditori stanno investendo le proprie energie e risorse con sempre maggiore costanza.
Negli ultimi anni Udine è diventata sempre più una città moderna grazie a migliori servizi e ai suoi centri culturali, l’Università in primis, capaci di attrarre giovani generazioni da ogni parte d’Italia. Ha visto inoltre attorno a essa la crescita di un territorio che si modernizzava.
Si è anche rivelata come una città turistica che, con impegno e abnegazione, è riuscita a veicolare un’immagine diversa di se stessa. Sicuramente sotto il profilo strettamente culturale, ma anche in termini di opportunità, crescendo a due cifre quanto a presenze di turisti italiani e stranieri.
In questo contesto il ruolo e la vocazione della città dovranno rappresentare i temi cardine, le stelle polari, dell’azione amministrativa di chi sarà chiamato, nei prossimi cinque anni, a ereditare le redini e la gestione del capoluogo friulano. Sarà sempre più importante mantenere un confronto diretto e una condivisione delle priorità con i Comuni contermini, andando anche oltre il semplice perimetro istituzionale immaginato e disegnato dalle nuove Uti.
Penso a un piano regolatore condiviso, utilizzato come strumento economico e non solamente urbanistico, che consenta a tutto il territorio di crescere omogeneamente. Un’area dove la città ha il diritto e il dovere di porgersi come territorio capofila.
In maniera autorevole, però, e non con piglio autoritario. Siamo riusciti a capire, e qui parlo da assessore al Commercio, che il nostro vicino non è un nemico da combattere, ma rappresenta un’opportunità da cogliere e da sfruttare insieme per una crescita comune.
Udine deve continuare nel percorso avviato e confermarsi centro economico della nostra regione. Punto di riferimento per il mondo del lavoro, dello sviluppo, dell’occupazione, “core business” della crescita dell’intero Pil regionale.
Godiamoci quindi, con pieno merito, questi quattro giorni di festa per la città. Quattro giorni in cui apprezzare e gustarci le nostre eccellenze nel campo enogastronomico, culturale, musicale e sportivo.
Con la consapevolezza di come le sfide da affrontare da qui in avanti saranno molte, ma anche che, per un popolo come quello friulano, rimboccarsi le maniche e lavorare a testa bassa non è mai stato un problema.
assessore alle Attività produttive e al Turismo
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