Latte tossico, scatta l’allerta europea

I prodotti saranno ritirati in Austria, Slovenia, Veneto e Friuli. Nella sede di Latterie friulane le analisi fuori norma
Di Alessandra Ceschia
Campoformido-Udine 6 Giugno 2014. sequestro latticini consorzio e onferenza stampa Telefoto Copyright Petrussi Foto Press - TURCO
Campoformido-Udine 6 Giugno 2014. sequestro latticini consorzio e onferenza stampa Telefoto Copyright Petrussi Foto Press - TURCO

Alle Latterie friulane sapevano che alcuni campioni di latte avevano valori di aflatossine superiori ai limiti consentiti dalla legge. Lo provano le schede delle analisi sequestrate dai carabinieri del Nucleo antisofisticazione nella sede del consorzio di Campoformido. Eppure, alcune partite di latte sarebbero state commercializzate pur non avendo tutti i requisiti. Proprio per ritirare e distruggere queste partite, nella tarda serata di lunedì dagli uffici del Dipartimento di prevenzione dell’Ass4 Medio Friuli è stato diramato un allerta comunitario che riguarda Austria e Slovenia, oltre a Veneto e Friuli. Tecnicamente si chiama segnalazione per informazione, si tratta di un provvedimento a scopo precauzionale che parte dai Servizi veterinari e approda alla Direzione centrale della salute, dalla quale, previa valutazione, viene trasmessa al Ministero.

Il provvedimento riguarderebbe decine di migliaia di cartoni di latte fresco commercializzato da Latterie, sia con il proprio brand sia con altri marchi, che dovrà essere ritirato dagli scaffali, accanto a un discreto quantitativo di mozzarelle, più modesti i lotti di ricotta inseriti nel provvedimento e le partite di yogurt che, però, non avrebbero fatto in tempo a finire nei punti vendita. Si tratta di prodotti che in queste ore vengono richiamati e che dovranno essere distrutti a scopo precauzionale.

Il lavoro dei carabinieri del Nucleo antisofisticazione ha permesso di intercettare i singoli lotti e le loro destinazioni. Fra il materiale emerso tra la documentazione sequestrata, al momento al vaglio degli investigatori, spiccano le schede delle analisi di laboratorio dei campioni di latte prelevati dai singoli allevatori che documentavano gli sforamenti al di là della soglia consentita dalla legge, documenti conservati negli uffici del Consorzio cooperative latterie friulane a Campoformido. Erano state raccolte in fase di campionamento effettuato dal laboratorio del consorzio sui singoli campioni prelevati a ciascun allevatore, non valori di massa quindi, ma prelievi riferiti a specifiche aziende agricole, e accanto a quelle che rivelavano concentrazioni di aflatossine sotto la soglia massima, c’erano anche quelle che indicavano gli sforamenti. Si tratta di evidenze documentarie che sono state sequestrate dai carabinieri del Nas di Udine coordinati dal capitano Antonio Pisapia, si tratterebbe di svariate decine di schede secondo quanto si è appreso da fonti investigative. Tanto basta agli investigatori a sostenere che al Consorzio qualcuno era a conoscenza degli sforamenti ma non ha agito secondo le norme. Stando a quanto disposto dalla legge, il latte nei quali viene evidenziato uno sforamento non può in nessun caso essere commercializzato, può al massimo essere utilizzato come nutrimento per i vitelli, altrimenti va buttato, in ogni caso la pratica del miscelamento non è ammessa.

In altre parole, non è possibile mescolare del latte che ha alti valori di contaminazione con latte che invece è al di sotto della soglia per ridurre il rischio. Non solo, ma gli sforamenti devono essere comunicati. Sulla base di queste evidenze si è snodata l’indagine dei Nas coordinata dal sostituto procuratore Marco Panzeri. Un quadro probatorio nutrito che trova rispondenze su quanto raccolto attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali.

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