“Latterie” va a rilento col Montasio
SPILIMBERGO. Un anno di contratto di solidarietà, prorogabile per altri 12 mesi, a partire dai primi di agosto: questo è il futuro che attende i trenta lavoratori dello stabilimento di Gradisca di Latterie friulane. Mancano ormai solo alcuni dettagli, che saranno presto definiti (un nuovo incontro, quello decisivo è stato convocato nella sede di Campoformido per giovedì 1º agosto) ma, a meno di clamorosi colpi di scena, dovrebbe andare in porto quanto auspicato da parti sociali e lavoratori.
Questo l'esito dell'ultimo incontro, avvenuto nei giorni scorsi, nella sede centrale del consorzio udinese. Seduti allo stesso tavolo, proprietà, sindacati di categoria e Rsu. «Una soluzione che, tutto sommato, ci soddisfa vista la situazione – spiegano le maestranze – il nostro obiettivo era che la proprietà accettasse la proposta di considerare l'idea di un piano di solidarietà che possa darci almeno due anni di respiro».
Significa che, dopo 13 settimane di cassa integrazione ordinaria a rotazione, diretta conseguenza della decisione presa dalla metà del mese di maggio da parte di una sessantina di soci (quasi tutti quelli che aderivano alla cooperativa Medio Tagliamento di Spilimbergo) di sospendere il conferimento del latte alla coop spilimberghese e, di conseguenza, al consorzio di Campoformido, da agosto, anche i lavoratori di Spilimbergo, così come gli altri dipendenti di Latterie friulane, potranno beneficiare del contratto di solidarietà, formula contrattuale che prevede per il lavoratore di essere occupato al massimo il 60% dell’orario di lavoro. Quindi, i lavoratori dell'impianto di Gradisca, in pratica per i prossimi due anni, lavorarebbero alternandosi settimanalmente.
Resta però un rebus: l’approvvigionamento del latte che, in particolare con la fuoriuscita dei soci di Cometa, è diventato difficile. «Già ora – proseguono i lavoratori – il latte arriva a Spilimbergo la domenica e lavoriamo solo al lunedì per produrre un migliaio di forme (mentre 400 sono le forme vendute ogni giorno) certo è che, perdendo il 40% di latte da trasformare da marzo a oggi, il rischio di ritrovarci senza materia prima e quindi di chiudere, è purtroppo reale».
Nella migliore delle ipotesi, scontato il fatto che, come previsto dal piano aziendale (il quale prevede un taglio di un terzo dei dipendenti, 69 su 210), da settembre sarà bloccata la produzione di Montasio a Spilimbergo dove, una volta smantellate le linee di produzione, si dovrebbe mantenere un magazzino per la salatura e la stagionatura.
«Purtroppo – concludono i lavoratori – non sarà più prodotto il montasio numero 216, che è proprio il nostro montasio e che il Consorzio per la tutela Dop perda uno dei suoi “numeri”, ci lascia amareggiati».
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