Lavoro, i contratti stagionali sono rimasti al palo: "Riattivare i voucher"

Il presidente di Coldiretti Fvg Dario Ermacora: «Ho fiducia che il tema relativo ai buoni per l’agricoltura sarà affrontato dall’esecutivo»
Un' immagine di un voucher, Roma, 11 gennaio 2017. ANSA / ETTORE FERRARI
Un' immagine di un voucher, Roma, 11 gennaio 2017. ANSA / ETTORE FERRARI

UDINE. «Più controlli e poche regole, facili da applicare e controllare». Il presidente regionale di Coldiretti, Dario Ermacora, è cautamente ottimista circa le novità normative per gestire i lavoratori stagionali di agricoltura e turismo.

«Ci sono consapevolezza e volontà di risolvere i problemi», ha assicurato. Al momento in agricoltura è obbligatorio assumere i lavoratori anche per un solo giorno di stipendio. «Dobbiamo preparare la busta paga, il Cud per ciascun avventizio», ha spiegato Ermacora, precisando che i primi a non essere felici delle regole sono le persone che vengono assunte.

«C’è diffidenza – ha detto il presidente di Coldiretti Fvg –, c’è lo spauracchio della fiscalizzazione e poi le tasse per i pensionati finiscono per non rendere economicamente vantaggioso impegnarsi in agricoltura. E quindi si preferisce non lavorare o, peggio, alcuni si rifugiano nel nero».

Guardando al futuro, Ermacora è ottimista. «La mia è una posizione del tutto personale – ha precisato –, ma vedo consapevolezza e volontà di risolvere i problemi. C’è la possibilità di dirimere la questione in maniera semplice. I voucher, così come erano concepiti, avevano anche una parte fiscale per l’Inps, più la parte del netto che andava al lavoratore e non doveva essere dichiarato sotto a una certa soglia. In questo Paese bisogna iniziare a essere meno ipocriti e dire la verità: dobbiamo tutelare il lavoratore, ma anche le necessità delle imprese».

Con le nuove regole, nel 2017 il numero dei contratti ha registrato un vertiginoso balzo in avanti: più 28 per cento rispetto all’anno precedente per un totale di 12 mila 302 assunzioni rispetto alle 9 mila 608 del 2016. Numeri che fotografano la stretta sui voucher a favore della strada obbligata dei contratti di lavoro avventizio. Nel 2016 il numero medio di lavoratori stagionali in Friuli Venezia Giulia era pari a circa 3 mila 500 persone. Si tratta di un valore medio, che varia da un minimo di circa mille unità in forze nei mesi invernali, fino a un massimo di 7 mila nei mesi clou della stagione estiva, vale a dire luglio e agosto. Ben 2 mila 333 stagionali fra i 3 mila 461 del 2016 erano impiegati in provincia di Udine (il 69 per cento), 601 in provincia di Gorizia (il 20 per cento), trainate da Lignano Sabbiadoro e Grado. A ruota Trieste con 192 dipendenti (7 per cento) e Pordenone con 191 (4 per cento). Rispetto al 2008 è la Destra Tagliamento a essere cresciuta di più: da dieci lavoratori a 151. La parte del leone la fanno le donne che rappresentano il 54 per cento dei lavoratori stagionali. Nel 2016 erano mille 875 contro mille 586 uomini, che si piazzavano però davanti in termini di crescita percentuale rispetto al 2008.

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