Le bici salvano la stagione di Tarvisio
TARVISIO. La stagione turistica in montagna? In sintesi, anche quest’anno, le luci sono poche e le ombre molte. Al di là delle statistiche ufficiali, che magari tra qualche giorno, come spesso capita, tenteranno di descrivere una realtà più incoraggiante di quello che invece dicono gli operatori del settore.
Nel Tarvisiano la stagione turistica resta a galla salvata dalla...bicicletta, mentre in Carnia le due ruote, nonostante l’unico e incredibile traino dello Zoncolan, non fanno decollare il turismo. È la verità e bisognerà pur dirla. Travisio sta, infatti, beneficiando dell’enorme successo che sta avendo la pista ciclabile Alpe Adria, un’infrastruttura realizzata da tre anni e che consente di raggiungere tre nazioni in pochi chilometri.
La ciclabile porta migliaia di turisti che, senza particolari difficoltà altimetriche, possono pedalare a Kranjska Gora, addirittura Jesenice, piuttosto che a Villaco collegandosi alle altre ciclabili carinziane (volendo fino a Salisburgo) o, sul fronte italiano, addirittura a Grado, seppur con ancora tante (troppe) interruzioni sulla via del mare, non ultima quella dei giorni scorsi a causa dell’incendio.
Tarvisio sta cavalcando l’onda? Ci prova. E i risultati sono incoraggianti. Quattro o cinque rivenditori di biclette o noleggiatori, albergatori pronti ad accogliere i turisti “sportivi”, ma sempre più in difficoltà nel vincere la concorrenza dei colleghi austriaci e sloveni.
«Certo - spiega Gianpaolo Macoratti, titolare del Kirchenwirt in centro a Tarvisio e storico riferimento tra gli operatori - gli albergatori qui ci provano a reggere la concorrenza, ma nella vicina Austria la ricettività è di alta qualità e i centri wellness si sprecano».
Così come nella “giovane” Kranjska Gora dove tre o quattro sono gli alberghi “stellati” con piscine e dove il boom delle bici è sfruttato addirittura per mantenere gli impianti di risalita d’estate. Basta salire sulla seggiovia quadriposto per accorgersi che intorno è pieno di bikers che caricano la loro mountain bike da downhill per gettarsi a capofitto a valle o di genitori che portano i loro bimbi alla partenza del bob a rotaia.
Insomma, anche gli sloveni hanno messo la freccia. «Qui mancano infrastrutture» continua Macoratti, che noleggia anche bici in collaborazione con Cussigh bike. E ha ragione. Perchè ad esempio la Regione, attraverso Promotur, non investe sul turismo estivo realizzando una bob a rotaia simile a Tarvisio o sullo Zoncolan?
In attesa di risposta, Austria e Slovenia, dieci km da Tarvisio, fanno il pienone e il turismo tarvisiano, da anni in attesa di centro wellness e alberghi a 4 stelle, come richiesto da tempo anche dal sindaco di Malborghetto Alessandro Oman, si aggrappa alla ciclabile.
«Anni fa sorse addirittura un comitato contro la pista - spiega il sindaco di Tarvisio, Renato Carlantoni - adesso è talmente trafficata che stiamo pensando di utilizzare nei fine settimana la Protezione civile per mettere ordine». C’era gente anche ieri, nonostante la pioggia.
Pensi alla bici e dici Zoncolan, uno dei simboli del ciclismo. Dieci anni di Giro d’Italia, con il prossimo che addirittuira si deciderà in Carnia con la doppia scalata al mostro, hanno proiettato la montagna friulana in orbita mondiale. Ma i risultati si vedono? Di ciclisti ce ne sono in giro, ma di affari gli operatori turistici, almeno in Carnia, con i ciclisti ne fanno pochi. Ravascletto, grazie alla lungimiranza di un paio di albergatori, cerca di difendersi, così come il campeggio di Ovaro.
L’inventiva e la passione però non bastano. E Promotur, con l’assurda decisione di tagliare le corse della funivia nel mese di luglio, non ha certo aiutato gli operatori. Calma piatta anche sul fronte del marchio Zoncolan, tanto invocato da sindaci e operatori per sfruttare il merchandising della montagna.
Gadget come borracce, magliette, zainetti con il loro della “montagna mito” restano nel cassetto. «Gli operatori turistici ne hanno ordinati pochi - spiega sconsolato il sindaco di Comeglians, Flavio De Antoni - e quindi TurismoFvg ci ha detto che con pochi ordini non se ne fa nulla. Li farò io come Comune il prossimo anno». Ma se non s’inizia come si può far meglio?
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