Le carte di Premariacco: ecco i nomi dei morti

Svelato il faldone del registro anagrafe: spuntano i dati di 42 persone. Urizio: «Non escludiamo altre sepolture. Pronti agli scavi»
Premariacco 25 Febbraio 2016. Zona boschiva sotto la Rocca Bernarda. Foto Petrussi
Premariacco 25 Febbraio 2016. Zona boschiva sotto la Rocca Bernarda. Foto Petrussi

PREMARIACCO. «Nel territorio di questo Comune si trovano sparsi nella campagna e sepolte quasi a fior di terra le salme di circa 60 persone in parte sconosciute che furono uccise dai partigiani, perchè ritenute quali spie o collaboratori dei tedeschi».

Inizia così il documento indirizzato alla Procura datato 19 maggio 1945. È solo una delle carte che fanno parte del faldone intitolato “Anpi, gioie e dolori” contenuto nel registro anagrafe del comune di Premariacco. Il fascicolo è stato acquisito a fine marzo dai carabinieri della compagnia di Palmanova e, ieri, reso noto dal presidente della Lega nazionale, Luca Urizio.

I militari hanno visionato l’intera documentazione e ricostruito l’elenco delle persone uccise nelle località di Orsaria, Leproso e soprattutto Rocca Bernarda, dove in questi mesi si sono concentrate le indagini degli inquirenti per la presenza di una presunta fossa comune in cui «dovrebbero essere sepolti da 200 a 800 cadaveri», secondo quanto citato da una carta contenuta nei registri della Farnesina.

Quarantadue i cadaveri accertati e già riesumati, tra il ’45 e il ’46, con il visto dell’allora sindaco Dante Donato, ex comandante degli osovani. Di questi oltre a 3 cosacchi, 4 tedeschi e 9 ignoti (uno anche ucciso con un roncone), si conosce oggi l’identità.

Sono Giuseppe Romanzin, Ernesto Corazza, Elisabetta Vicedomini e Regina Seratto (uccisi dai partigiani il 2 dicembre 1944 a Rocca Bernarda), Livio Paviotti, Achille Diaferia (appartenente alla Repubblica Sociale italiana), Bice Guerrini, Bruno Mingori, Antenore Paoluzzi, Alcide Deslizzi, Pietro Zozzolotto, Luigino Tandura, Alessandro Monti, Umberto Cocon, Aldo Formicola, Bruna Macorig, Giovanni Sina, Francesco Calvi, Cecilia Bombardier, Rino Piani (di anni 14), Leopoldo Sartori, Antonio Nadalutti, Edoardo Bait, Aldo Piani, Gino Cuttini, Alda Cosmar.

«Eccoli i documenti che attendevamo da Premariacco – comincia così la sua difesa Urizio –. L’Anpi ha sempre provato a confutare la validità del documento ritrovato alla Farnesina ma ora possiamo rispondere alle accuse. Inizialmente si è tentato di inficiare la credibilità del Maggiore Domenico Lo Faso tacciandolo di falsificatore di documenti senza rilevare che non era il firmatario del documento ma solo colui che sottoscriveva le copie conformi.

Successivamente è arrivata la difesa d’ufficio di coloro che erano ritenuti colpevoli nel documento e cioè di Vanni e Sasso che secondo l’Anpi nel periodo di riferimento non erano presenti in loco. Peccato non si siano accorti che sul documento non si fa riferimento ad alcun periodo e pertanto la loro difesa risulta fuorviante e risibile».

«Si è poi scritto sempre da parte dell’Anpi – aggiunge Urizio – che il testimone citato nel documento, Dante Donato, mai aveva parlato di uccisioni da parte di partigiani.

Ora invece salta fuori da documenti ritrovati nel Comune di Premariacco che Dante Donato era il sindaco di quel paese e ha anche lasciato degli scritti ufficiali dove parla di 60 persone uccise dai partigiani.I numeri sono ben superiori a quelli citati dall’Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione.

Certamente queste non possono essere considerate esecuzioni “belliche” anche perché in alcuni casi parliamo di uccisioni “a colpi di roncone”. Oltretutto tra le diverse centinaia di documenti ritrovati sempre a Premariacco abbiamo la conferma che tanti partigiani si erano pure “contraddistinti” non solo per uccisioni e stragi, ma anche per razzie, saccheggiamenti e rapine nei confronti di povera gente già in grande difficoltà in tempo di guerra».

«Crediamo – conclude il presidente della Lega nazionale – non si possa pensare a numeri superiori a 100/200 vittime. L’elastico 200-800 riportato sul documento della Farnesina era probabilmente frutto del terrore che la scomparsa di tante persone aveva portato in zona.

Purtroppo la tragedia non cambia e i numeri potrebbero tristemente incrementarsi con altre testimonianze che stanno giungendo su vittime sepolte in questi luoghi».

Secondo Urizio, quindi «ci potrebbero essere altri cadaveri in qualche cavità che esamineremo nel prossimo futuro quando riusciremo ad avere diverse testimonianze concentrate su un luogo preciso». Per questo motivo la Lega Nazionale rende noto di essere «intenzionata a chiedere i finanziamenti per gli eventuali scavi.

L’assessore Torrenti – continua Urizio – ha già dichiarato che a fronte di concrete possibilità di ritrovamento cadaveri in qualche cavità del luogo è disponibile a esaminare la richiesta per un eventuale supporto. Qua si tratta di aprire una nuova pagina di storia che va riscritta».

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