Le case cantoniere ritornano sul mercato In ballo 5 perle isontine rosso pompeiano

la curiosità
Sono lì e attendono solo di essere prese ma per il momento non hanno suscitato un particolare interesse da parte di possibili gestori. Eppure per le case cantoniere che ancora punteggiano con il loro inconfondibile color rosso pompeiano le strade dell’Isontino si aprono nuovi scenari di riutilizzo e di nuova vita grazie al bando che Anas ha recentemente pubblicato. L’obiettivo, in questo caso, è trovare assegnazione per le prime 100 dislocate su tutto il territorio nazionale, soprattutto al centro-sud (ben 30 si trovano in Sardegna, 10 in Abruzzo, 7 tra Lazio e Toscana, 5 sia in Puglia che in Calabria) e regioni del nord come Lombardia (12 strutture) e Piemonte (5). Chi le prenderà in gestione potrà trasformarle in luoghi a servizio della comunità e dei viaggiatori, siano essi turisti, pendolari o residenti, con le case cantoniere che diventeranno ad esempio punti di ristoro, bed&breakfast, infopoint a vocazione turistica, ma anche piccoli punti vendita di prodotti locali o siti di promozione del territorio.
Nell’elenco delle cento case cantoniere inserite in questo bando al momento non ce n’è alcuna del Friuli Venezia Giulia, e il motivo è piuttosto semplice: la manifestazione d’interesse condotta nello scorso autunno non ha evidenziato particolari richieste per le strutture della regione e dunque anche dell’Isontino, che pertanto non sono state selezionate per il primo bando già pubblicato, la cui scadenza è il 15 giugno. Questo non vuol dire che in futuro lo stesso percorso non possa interessare anche le case cantoniere dell’Isontino, visto che da Anas fanno sapere che «questo è solo un primo bando, e in futuro ce ne saranno degli altri, a coprire un po’ tutto il territorio nazionale».
Delle sette case cantoniere che ancora troviamo ai lati delle strade della provincia, solo cinque sono tutt’ora di proprietà dell’Anas, mentre quelle di Mossa e Cormons, entrambe lungo l’ex statale 56, sono da tempo passate alla proprietà della Regione. Di proprietà Anas, ma con gestione in carico alla Regione per tramite di Fvg Strade, sono la casa cantoniera di Pieris lungo la statale 15 Della Venezia Giulia (oggi ridotta a magazzino) e quella seminascosta dalla vegetazione a Ronchi dei Legionari. Gestite direttamente dall’Anas, invece, sono ancora la casa cantoniera di Gorizia, quella di Gabria (a Savogna d’Isonzo) al km 12,564 della statale 55 dell’Isonzo e quella di Jamiano, frazione di Doberdò del Lago, al km 4,037 della stessa strada. Elemento assolutamente iconico del paesaggio lungo le nostre strade, un tempo le case cantoniere ospitavano gli operai addetti alle manutenzioni e al presidio delle strade, spesso assieme alle loro famiglie. Oggi lo scenario è del tutto diverso, e se alcune strutture sono ancora in parte utilizzate, altre risultano abbandonate. Ma, appunto, il loro ruolo potrebbe tornare prezioso, con l’intervento di gestori privati, ma anche enti pubblici, cooperative o società.
Per trasformarle in strutture ricettive o di servizio sarà necessario, in moltissimi casi, procedere a profondi lavori di ristrutturazione, che dovranno rispettare criteri e vincoli (come il mantenimento del colore rosso pompeiano) propri di edifici vincolati per il loro valore e la loro storia. Tutti elementi specificati espressamente nel bando pubblicato da Anas sul proprio sito web, il primo di una serie che potrebbe sancire la nuova vita delle vecchie case cantoniere.
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