“Le indemoniate” di Verzegnisritornano a grande richiesta

Ritornano, a grande richiesta, le
Indemoniate
di Verzegnis, il fortunato spettacolo prodotto nel 2007 dal Teatro Club, in coproduzione con il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, con il sostegno della Regione e della Fondazione Crup e in collaborazione con Ert ed Erdisu-Udine. Il lavoro è in programma domenica 1 e lunedì 2 novembre, alle 21, al Palamostre di Udine, come secondo appuntamento del cartellone di
Akrópolis.10
(anche il giorno 3 in matinèe per le scuole, già al tutto esaurito), oltre che il 30 e 31 ottobre, fuori abbonamento, alla Sala Bartoli del Politeama Rossetti di Trieste e mercoledì 4 novembre a Maniago, in apertura della stagione Ert.
Su drammaturgia di Giuliana Musso e Carlo Tolazzi, in scena compare un cast leggermente rinnovato rispetto alla prima edizione, con ben sette attori: Sandra Cosatto, Marta Cuscunà, Fabiano Fantini, Michele Polo, Marco Rogante, Federico Scridel e Massimo Somaglino, quest’ultimo anche responsabile della regia.
Al centro restano comunque sempre loro, le donne emarginate del paesino di Verzegnis, protagoniste dello strano caso di invasamento collettivo al femminile che tra il 1878 e il 1879 perturbò la piccola comunità carnica e le attirò addosso curiosità, interessi medici e religiosi, preoccupazioni pubbliche, che arrivarono fino al Parlamento del neonato Regno d’Italia. Dopo un primo episodio isolato, furono ben quaranta le donne che si abbandonarono per un anno a forme ricorrenti di scandalosa “protesta” fisica, con deliquio, contorsioni, urla, emissioni di suoni animali. Quella nevrosi diffusa, che metteva in crisi scienza, religione e istituzioni, fu oggetto delle più controverse interpretazioni: era stregoneria per la comunità; possessione diabolica per il clero, incline anche agli esorcismi; malattia isterica per la medicina positivista e per lo Stato.
Su nessuna di queste letture lo spettacolo prende posizione, ma lascia tutti gli interrogativi aperti e problematici, salvo evidenziare infine con sdegno solo la brutalità dell’intervento repressivo e liquidatorio dell’ordine. Infatti, storicamente, non fu avviata alcuna approfondita indagine sulle tante cause di quel sintomo vistoso di malessere e la questione fu chiusa definitivamente solo con l’arrivo di esercito e carabinieri e con l’internamento coatto nel manicomio di Udine, su provvedimento prefettizio, di diciassette tra quelle sventurate.
Spettacolo-metafora, dunque, che ambisce ad andare oltre la pura documentazione teatrale e a denudare semmai la labilità del sottile crinale che separa ragione e follia, luce e ombra, cosmos e caos e, volendo, principio maschile d’autorità e permeabilità femminile al dolore anarchico e impotente.
Info, Teatro Club Udine, tel/fax 0432 507953; Ert Fvg, tel. 0432 224266.
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