Le migliori aziende del Cervignanese: un territorio di imprese capaci di resistere a ogni scenario
L’evento Best Performer organizzato da Gruppo Nem e ItalyPost ha visto premiate le eccellenze della Bassa friulana. Due virtù su tutte: alta redditività e bassa esposizione finanziaria

Uno sguardo d’insieme sulle aziende Best Performer del Cervignanese, le cento imprese della nostra classifica, restituisce l’immagine di un territorio sì di piccole imprese, ma capace di esprimere realtà d’eccellenza di livello internazionale. Si pensi solo a Solaris Yachts, ad Aquileia, cantiere in grado di allestire veri e propri gioielli del mare. Oppure alla Spin di Torviscosa, appartenente al gruppo Bracco, che a una realtà produttiva di spicco nel campo chimico-farmaceutico accompagna la bellezza architettonica della fabbrica costruita negli anni Trenta.
Ecco allora che la classifica Best Performer delle imprese di Cervignano e di altri 14 Comuni, presentata ieri a Villa Trovatore, è una galleria di situazioni imprenditoriali variegate sotto il profilo dimensionale e settoriale, una varietà ben leggibile solo a scorrere i nomi di quelle cento società: la Bipan di Bicinicco svetta con 172 milioni di ricavi, seguita a distanza da Caffaro Industrie, però va tenuta presente anche Spin, che nel 2022 ha registrato ricavi di 272 milioni e non compare nella graduatoria perché la sede legale del gruppo Bracco è a Milano. Ma già dalla 24° posizione siamo sotto i 10 milioni, a testimoniare una ricchezza di esperienze anche individuali, personali, che proprio l’appuntamento di ieri si è incaricato di indagare.
Del resto l’obiettivo che i giornali del gruppo Nord Est Multimedia e nello specifico il Messaggero Veneto si sono dati con questi appuntamenti, è proprio utilizzare una lente di ingrandimento in grado di mettere a fuoco le vicende imprenditoriali apparentemente minori che talvolta sfuggono al pubblico a vantaggio della narrazione riservata ai grandi gruppi e alle multinazionali. Invece le imprese familiari, quelle che rappresentano la riserva gloriosa del made in Italy, meritano allo stesso modo di stare sul palcoscenico. Come giovedì 24 ottobre a Villa Trovatore, a Cervignano, un appuntamento salutato con partecipazione dal sindaco Andrea Balducci e dal presidente di CrediFriuli, Luciano Sartoretti.
Ma quali sono le cifre espresse da questo tessuto economico? Quindici i Comuni del comprensorio, si è detto. La ricerca sulle 100 imprese Best Performer, elaborata dal Centro Studi ItalyPost per il Messaggero Veneto, consultabile sul sito del quotidiano, ha censito 535 società di capitali attive che contribuiscono a un valore della produzione di 1,5 miliardi di euro.
Fra queste sono state selezionate le imprese in utile, con un fatturato superiore a 1,2 milioni, un rapporto tra posizione finanziaria netta e margine operativo lordo (Ebitda) inferiore a 8,47 nel periodo 2020-2022, e un Ebitda medio superiore o uguale al 3,37% sempre nel periodo 2020-2022. Quanto vale complessivamente il fatturato aggregato di queste cento imprese? A fine 2023 valeva quasi 826 milioni, circa 50 milioni in meno rispetto al 2022, con un Ebitda percentuale 2023 dell’11,6%, un valore medio elevato, seppur inferiore al 13,38% del 2022. In numeri assoluti, l’Ebitda 2023 è di 96,3 milioni, un valore assoluto inferiore di quasi 21 milioni rispetto a quello dell’anno precedente.
Sono valori di tutto rispetto, in assoluto, epperò anche in rallentamento da un anno all’altro. C’è un dato che sorprende fra tutti gli altri e va evidenziato perché ne deriva un giudizio positivo in termini di resilienza a eventuali scenari negativi che dovessero presentarsi in futuro e che, come sappiamo tutti, non sono così inverosimili: la posizione finanziaria netta 2022 delle 100 imprese Best Performer del Cervignanese è positiva per 25,6 milioni.
Questo significa che questo aggregato è in grado di ripagare i propri debiti finanziari in poco più di due mesi. Già questo la dice lunga. Aggiungiamo un altro indicatore molto interessante della ricerca: è il Roe, che ci dice quanto rende all’imprenditore investire i propri soldi in azienda. Mediamente, il 13,83%. Un dato molto elevato che rappresenta la capacità di imprese mediamente piccole di affrontare l’alea dei mercati.
Scorrendo la graduatoria si può verificare come vi siano rappresentati i principali settori del Made in Italy: la meccanica, il mobile, i trasporti e la logistica, insieme a gomma e plastica, commercio e servizi. Insomma, un territorio che sta a pieno titolo, come una variante virtuosa, nel miracolo italiano dell’imprenditorialità diffusa e vincente.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto