Le penne nere di vent’anni fa “sotto naia” per un weekend

Correva il 1999 e nella caserma di Venzone entrava il sesto scaglione, l’ultimo che avrebbe compiuto il servizio di leva obbligatorio, per dieci mesi.
Al Car, a Belluno, si trovarono in 105, poi 86 effettivi furono mandati in quella caserma, i rimanenti tra Sappada, Carnia e Gemona.
A vent’anni di distanza, l’idea comune è stata concretizzata dal pordenonese Simone Marchesan: hanno deciso di incontrarsi di nuovo, favoriti anche dall’adunata triveneta delle penne nere a Tolmezzo. Ci sono voluti, ad ogni modo, tre anni di “avvicinamento”.
«Siamo riusciti a recuperare 74 nominativi e altrettanti indirizzi o numeri di telefono – racconta –. Al raduno del 6° scaglione ’99 hanno risposto in 50, a vent’anni dalla prima chiamata».
Prezioso l’aiuto arrivato dalla caserma: l’allora capitano oggi tenente colonnello ha permesso ai “fra di naia” di visitare il piazzale dell’adunata, che segnava l’inizio di ogni giornata.
L’alpino giunto da più lontano è stato Alessandro Dolfo, residente a Lucca, allora appartenente alla dodicesima compagnia. I più vicini... quelli di Venzone, Daniele Pascolo e Denis Maieron, che hanno curato l’organizzazione dell’evento in loco.
La caserma Manlio Feruglio «allora ospitava il 14° reggimento alpini e il battaglione alpini Tolmezzo. Prestammo servizio tra le compagnie 6ª, 12ª, 72ª e la 114ª e il gruppo degli Alpieri: molti di noi, poi, per motivi logistici vennero spostati in compagnia comando e servizi».
Due i generali che hanno partecipato al raduno – l’allora comandante di reggimento e del servizio auto – mentre sono stati tanti i saluti inviati dagli ufficiali che ancora oggi sono in servizio e impegnati all’estero.
Oggi come allora: «Il nostro scaglione prestò vari servizi in Italia e all’estero: dalla scuola tiri in Sardegna alle esercitazioni in Norvegia e Lituania».
Torniamo al raduno, cominciato il sabato pomeriggio con l’aperitivo a Venzone dove è stata distribuita anche la maglietta creata per l’occasione così come uno striscione con reggimento, battaglione e scaglione.
Quindi l’ingresso in caserma per la foto di rito, la deposizione della corona d’alloro in menoria dei caduti dei due reggimenti – l’8º che tuttora è lì operativo e il 14º che è stato soppresso – e il Silenzio, «in ricordo di un nostro fra venuto a mancare due settimane prima del ritrovo, l’alpino Daniele Franchetto, 38 anni, di Vedelago». Infine, l’ammainabandiera «tutto per noi, come non fossimo mai usciti e mai congedati» e la cena durante la quale sono stati proiettati una serie di video dal giuramento sino al congedo, vent’anni fa.
Video «Sì, grazie ad una mia intuizione di quegli anni. Avere una telecamera non era cosa facile, tanto che la portai in caserma con un permesso speciale. Immortalai i momenti salienti che abbiamo potuto rivedere dopo vent’anni».
L’amministrazione comunale di Venzone ha messo a disposizione la palestra per trascorrere la notte. Il giorno dopo, la sfilata, con le penne nere del triveneto.
«Un po’ acciaccati dall’età, ma petto in fuori e pancia in dentro, ci siamo implotonati assieme come allora per sfilare per le vie di Tolmezzo. Vent’anni dopo, occhi lucidi come quell’ultimo giorno con il congedo in mano. Ci siamo abbracciati con la promessa di rivederci». —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto