Le piccole imprese senza liquidità non possono anticipare gli ammortizzatori sociali

Liquidità. Manca alle imprese, manca alle famiglie. Chi non ha lavorato avrebbe dovuto ricevere ammortizzatori sociali: cigo, fis, cassa in deroga, indennità per gli autonomi. Una babele di sigle che stanno a significare una cosa sola: un assegno mensile che compensi il mancato guadagno imposto dal blocco.

Ma chi sta pagando i lavoratori bloccati dalla chiusura? Patrizia Gobat, presidente dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro di Venezia ci spiega la situazione. L'ultimo documento dell'Inps mostra che beneficiari complessivi di Cassa integrazione ordinaria e Assegno ordinario, al 3 maggio 2020, sono 8.092.987. Di questi oltre 5,62 milioni sono già stati anticipati dalle aziende e 2,83 sono a pagamento diretto " in corso di pagamento".
Insomma stanno arrivando i soldi. Per le domande del Fondo Integrazione Salariale, un ammortizzatore sociale per il terziario, cioè commercio, turismo, servizi invece le richieste di pagamento diretto già pervenute all'INPS tramite Modello SR41 (il modello che le imprese mandano con gli iban dei lavoratori e le ore effettive di cassa) sono circa un terzo del totale stimato: 191.752 per un totale di 709.450 beneficiari. INPS ha effettuato 110.020 pagamenti per 364.800 beneficiari. Non va meglio per le domande di Cassa integrazione in deroga, anzi va pure peggio. Le domande totali arrivate dalle regioni sono 173.565, 85.046 sono state autorizzate, 29.600 sono state pagate a una platea di 57.975. In Veneto sono state presentate finora 31484 21998 sono quelle autorizzate. E pagate? In tutto 3008 per 5994 beneficiari. Con tutte le polemiche che ne sono seguite è andata meglio con il tanto vituperato bonus da 600 per gli autonomi: circa il 75% infatti lo ha ricevuto.


«Con i nuovi decreti per aprile il bonus per gli autonomi passa a 800 euro, si rinnova automaticamente per gli stessi soggetti (le modalità operative verranno dettate dl prossimo DL in uscita), la dotazione dovrebbe essere attorno ai 4 miliardi. Mentre per maggio saranno previste delle condizionalità che possono essere o le soglie di reddito o i Codici Ateco - spiega Gabot -con una dotazione per 3 miliardi».
Dottoressa Gobat I lavoratori in lockdown hanno ricevuto lo stipendio?
«Abbiamo iniziato a presentare le domande all'Inps il 23 di marzo, la maggior parte di noi ha utilizzato la settimana fino al 31 marzo per inoltrare la mole di dati, perché poi siamo impegnati ad elaborare le paghe. L'INPS ha iniziato a lavorare la cig una decina di giorni dopo, mentre il Fis, l'ammortizzatore per il terziario, turismo, commercio, servizi a cui possono accedere le aziende che hanno più di sei dipendenti, dal 20 aprile. Si stanno lavorando le domande di febbraio e marzo».
Quando arriveranno i soldi?
«Noi consulenti avevamo avvertito, fin dall'inizio, che sarebbe stato difficile rispettare le scadenze e che non ce l'avrebbero fatta né per il 15 aprile né per il 30. Questa procedura del Fis è stata attivata dal 2016, è stato istituito questo fondo come quelli degli artigiani per i settori che non avevano cassa integrazione. Si tratta di fondi limitati e ognuno pretende regole e procedure diverse, quindi per ogni settore di attività dobbiamo presentare domande diverse, sul terziario, fermato dal coronavirus, che ha un indotto pazzesco, il programma non era stato neanche testato. Era la prima volta che questo comparto subiva uno stop del genere, non era mai successo prima per una platea così ampia di aziende, in particolare medio-piccole. Quindi le procedure non erano pronte e nemmeno l'infrastruttura informatica dell'Inps. Infatti il sistema è andato in tilt proprio nel momento in cui si è voluto caricare l'istituto anche delle domande del bonus da 600 euro degli autonomi, con la conseguenza di avere orari contingentati di accesso al sito, sia per gli intermediari che per i privati».
Le statistiche dell'Inps sulla cig dicono pagamento diretto "in corso"
«Guardi io so che le sedi Inps hanno lavorato sabato e domenica, hanno lavorato anche il primo di maggio per recuperare, e dobbiamo dare atto che la lavorazione di queste domande è dovuto all'impegno dei direttori, ai funzionari e agli impiegati delle sedi provinciali. Le domande, una volta approvate, tornano ai consulenti del lavoro che, tempestivamente, compilano il modello SR41 (il modello che le imprese mandano con gli iban dei lavoratori e le ore effettive di cassa), ora abbiamo inviato marzo e poi una volta fatte le paghe cercheremo di fare aprile. L'Inps, acquisiti i modelli, li manda alle banche che li processano in tre-quattro giorni, e nei successivi cinque giorni iniziano a partire i pagamenti. Dai dati del 3 di maggio, gli ultimi disponibili, finora sono state pagate 364.800, circa la metà delle domande arrivate».
Le persone escluse non hanno ricevuto lo stipendio?
«Diciamo che nella cig ordinaria molte imprese, il 50% circa, anticipa, mentre sul Fis parliamo di aziende medio piccole che non hanno liquidità, non riescono ad anticipare».Sul bonus dei 600 euro a che punto siamo? «Dai dati risulta che il 74,5% delle domande è stato pagato».

Se non ci fossero situazioni difficili tra gli autonomi verrebbe da dire che a loro è andata quasi meglio...
«Il metodo diretto del bonus era il migliore per pagare anche i lavoratori, come anticipo della cassa integrazione. Io avevo suggerito di fare così e poi le operazioni di conguaglio si potevano fare successivamente in busta paga, anziché percorrere la strada dell'anticipo dalle banche. Se si fosse scelto questo metodo almeno per la mensilità di marzo i lavoratori avrebbero avuto un anticipo. Le nostre rappresentanze nazionali hanno fatto anche questa proposta ma non è stata accettata».
Ma perché?
«Perché gli enti hanno i loro tempi e le loro complicazioni. Il fatto è che in questa circostanza sono venuti al pettine tutti i nodi della burocrazia. In Francia e in altri paesi europei, per esempio, i soldi sono arrivati velocemente nei conti correnti dei lavoratori e degli imprenditori».
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