Le “vittime” della vignetta slovena sono 22mila

Bilancio del “pedaggio autostradale” dei primi otto mesi: circa 3mila infrazioni in meno rispetto al 2012. Multe in aumento con l’arrivo dei turisti
Bumbaca Gorizia Piazza Casarossa
Bumbaca Gorizia Piazza Casarossa

TRIESTE. Sono passati oramai cinque anni da quando in Slovenia è entrato in vigore il sistema delle vignette quale forma di pagamento del pedaggio autostradale eppure il popolo dei “portoghesi” proprio non accenna a diminuire.

Soltanto nei primi otto di quest anno (gennaio-agosto) la Dars, società che gestisce le autostrade, ha comminato 22.101 sanzioni ad automobilisti che circolavano sprovvisti di vignetta oppure la stessa presentava delle irregolarità. Va comunque rilevato che il numero dei trasgressori è sceso rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando le infrazioni rilevate furono poco meno di 26mila.

Il maggior numero di multe è stato comminato dal 21 luglio al 5 agosto scorsi, in piena stagione turistica quindi, con 2835 sanzioni. Appare dunque chiaro che sono soprattutto gli stranieri a cadere nelle mani dei controllori della Dars o della polizia slovena.

E qui si riapre una polemica mai sopita da quel 1 luglio 2008 quando le vignette entrarono in vigore e cioè la scarsa informazione data all’ospite circa i sistemi di pedaggio sulla rete autostradale della Slovenia.

Uno dei più agguerriti sostenitori di questa “pecca” è Jean Quatremer, il corrispondente del quotidiano francese Liberation incappato vicino al confine di Stato con la Croazia in un controllo della Dars. Essendo privo di vignetta ha dovuto pagare una multa di 150 euro. Apriti cielo.

Il giornalista ha immediatamente scatenato una vera e proprio guerra su Twitter denunciando anche a vari organi europei che la Slovenia “munge” gli ignari turisti con il sistema delle vignette.

Quatremer sostiene che gli automobilisti stranieri non vengono tempestivamente e chiaramente informati dell’obbligo dell’uso delle vignette nè sono informati dove possono acquistarle. Per il corrispondente di Liberation si tratterebbe di una vera e propria discriminazione degli automobilisti non sloveni e quindi una violazione del diritto europeo di libero transito.

La Dars replica affermando che il sistema delle vignette è chiaramente illustrato con tabelle segnaletiche poste anche all’ingresso in Slovenia ai confini di Stato con l’Italia, l’Austria e l’Ungheria.

Solamente la Croazia non ha permesso l’installazione di tale segnaletica verticale sul proprio territorio. Sempre la Dars comunica che ai valichi di confine con maggiore traffico internazionale sono stati allestiti dei punti vendita e questi si trovano ubicati a Šentilj (confine con l’Austria), Fernetti e Gruškovje mentre a Scoffie e a Obrežje tali punti vengono allestiti solo nei momenti di maggiore transito.

I punti vendita delle vignette sono 1100 in Slovenia e 2000 all’estero (leggi Paesi confinanti). Ma nonostante le spiegazioni fornite dalla società slovena concessionaria delle autostrade la Commissione europea, cui si è rivolto anche l’infuriato giornalista francese, ha deciso di fare chiarezza spiegando di aver ricevuto quest’anno già una decina di simili proteste o rimostranze.

Così in autunno il “governo” europeo chiederà formalmente ai Paesi in cui vige il sistema delle vignette di predisporre un sistema informativo assolutamente visibile e chiaro.

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