«Le volontarie? Sono femmine sole»

Gorizia, bufera sul presidente della commissione Pari opportunità dopo un post su Facebook. Cecot: «Frasi vergognose. Lo quereliamo»

GORIZIA. Nel marasma di prese di posizione contrastanti che da un anno accompagnano quotidianamente il caso profughi, scoppia fragorosamente l’“Hassek-gate”.

Il consigliere comunale del Popolo di Gorizia è finito nel mirino delle associazioni femministe e dell’assessore provinciale Ilaria Cecot per un incauto commento postato su Facebook a corredo di alcune foto che immortalavano una decina di volontarie all’opera per aiutare i richiedenti asilo ospitati a Gorizia.

«Quello che mi lascia perplesso è che il 90 per cento dei volontari sono femmine sole o separate. E mi domando perché», ha scritto Hassek sul social network.

Una gaffe fragorosa, tanto più se scritta nero su schermo dal presidente della commissione consiliare Pari opportunità. Che poi, resosi conto delle polemiche che stavano iniziando a montare, ha cancellato nel primo pomeriggio di ieri il post incriminato.

Troppo tardi: l’uscita era stata ripresa e condivisa da più di qualche utente, tra cui il segretario comunale dei Radicali, Michele Migliori, e l’assessore Cecot.

«Quello di Hassek è stato un commento vergognoso e oltraggioso: stiamo valutando se adire le vie legali, querelandolo. Ci siamo mossi con le associazioni contro la violenza sulle donne, inviando lo screenshot del post a tutti i sodalizi: è gravissimo che quelle parole, gonfie di sessismo e illazioni davvero basse, provengano da chi dovrebbe essere a livello comunale il garante delle pari opportunità».

Poi Cecot annuncia che del fatto è stata informata anche l’assessore regionale Loredana Panariti, che si farà portatrice di una richiesta presso la commissione regionale Pari opportunità: «Chiediamo l’immediata rimozione di Hassek dal ruolo di presidente della commissione comunale, faremo di tutto per destituirlo».

Mentre su Facebook sono state tante le prese di posizione contro il consigliere comunale, il diretto interessato prova a chiarire.

«Se qualcuno si è offeso mi dispiace - spiega -, ma la mia voleva essere soltanto un’osservazione, peraltro difficilmente confutabile. C’è tra le volontarie chi non aiuta la mamma, ma si prodiga a fornire supporto ai richiedenti asilo: scelte, per carità, ma mi paiono talvolta dettate quasi da una moda. Ci sono centinaia di anziani in difficoltà che non fanno rumore, non vanno sui giornali: forse aiutare queste persone dà meno lustro», accusa Hassek, da anni peraltro a sua volta in prima linea nel mondo del volontariato cittadino.

Se Cecot invita il consigliere comunale «ad andare ad aiutare quelle signore a distribuire pasti per gli afghani», lo stesso Hassek prova a brandire il ramoscello d’ulivo, riconoscendo «l’impegno quotidiano delle volontarie, che contribuiscono ogni giorno a supportare i richiedenti asilo.

Non volevo certo bollarle come donne di facili costumi, se è questo che mi si imputa».

Intanto, proseguono gli arrivi in città. Per ventitré profughi che sono stati dirottati all’ex Cie di Gradisca, altri dieci sono giunti ieri nel capoluogo isontino, sottoposti alle ormai routinarie procedure di identificazione e controllo sanitario.

La città scoppia ancora: nonostante il raid di lunedì scorso, sono riapparsi gli accampamenti al Parco della Rimembranza, mentre la Polizia tenta di presidiare anche galleria Bombi, umido rifugio dei richiedenti asilo in queste torride giornate di inizio estate.

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