L’eccidio di Porzûs 80 anni dopo, l’omaggio a Roma e in Friuli

Nella capitale c’era Anna De Gregori, figlia di Bolla. Qui l’omaggio nei cimiteri

Lucia Aviani

“Porzûs, lacrima dai crinali, scuoti i rari rami, offusca il bagliore della neve”: si apre con i versi che Pier Paolo Pasolini dedicò al fratello Guido – nome di battaglia Ermes, uno dei martiri della strage alle malghe – il volumetto in cui l’Associazione Partigiani Osoppo ha ricostruito le vite dei ventuno osovani trucidati tra Topli Uorch, il Bosco Romagno di Spessa di Cividale e Rucchin di Grimacco.

Frutto di un lavoro immane, per l’estrema difficoltà incontrata nel risalire a tutti i dati e le informazioni necessarie per coronare questo prezioso, doveroso atto di memoria, l’opera curata da Roberto Volpetti, presidente dell’Associazione Partigiani Osoppo, e composta da schede di Andrea Monopoli è il principale lascito della ricorrenza dell’ottantesimo anniversario della ferita di Porzûs, celebrato ieri con un inedito mosaico di cerimonie svoltesi in contemporanea fra Roma e i cimiteri friulani in cui riposano le vittime di quel lontano 7 febbraio e degli undici giorni successivi.

Nell’elenco rientrava il camposanto maggiore di Cividale, custode dei resti di Enzo D’Orlandi: in pochissimi ne sono a conoscenza, nella città ducale (dove, peraltro, a D’Orlandi è intitolata anche una via), ma l’omaggio voluto dall’Apo «farà sì che d’ora in avanti – ha commentato il sindaco Daniela Bernardi, presente al simbolico e toccante momento – la comunità sia consapevole dell’esistenza di questa tomba, sulla quale si distingue ormai a malapena la scritta “Enzo D’Orlandi – Roberto dell’Osoppo – Caduto per la libertà”».

Al presidente dell’Apo e alla prima cittadina si è unita, nel ricordo, la cividalese Delfina Cumini, moglie di un cugino di D’Orlandi: proprio a lei si deve la scoperta di una foto di famiglia che ritrae il giovane insieme ai suoi cari. Era il 5 luglio 1942: “Roberto”, questo l’appellativo che Enzo si era attribuito per la sua missione partigiana, è il ragazzo in alto a sinistra con gli occhiali; in basso a sinistra sua madre, all’estremità opposta la sorellina Laura; la giovane in alto a destra, con i capelli lunghi, era infine un’altra sorella dell’osovano, a sua volta Roberta.

«Vedendola – racconta il sindaco Bernardi – vi ho riconosciuto un’amica di mio padre Carlo. Questo – sottolinea – per dire quanto siano intrecciate le pagine del passato, e quanto sia importante preservarle: lodevolissima, dunque, la pubblicazione “I caduti di Porzûs”, che rende onore a tante vite spezzate. Ricordarle è un atto di giustizia e di gratitudine».

La “staffetta” commemorativa, a 80 anni dal drammatico 7 febbraio che aprì la pagina nera dell’eccidio, si è aperta nella capitale, con l’inaugurazione dell’area verde “Giardino vittime dell’Eccidio di Porzûs”, in Largo Giovanni Chiarini, nei pressi delle Terme di Caracalla.

Promossa dal Comune di Roma, rappresentato dall’assessore alla cultura Massimiliano Smeriglio, la circostanza ha registrato anche la presenza – proprio in rappresentanza dell’Associazione Partigiani Osoppo – di Anna De Gregori, figlia di Francesco “Bolla” De Gregori (zio dell’omonimo cantautore), comandante del reparto osovano alle malghe. Negli stessi minuti, in terra friulana si articolava l’” inchino” ai martiri nei cimiteri, da quello udinese di San Vito, dove giacciono le spoglie di De Gregori, del delegato politico Gastone Valente e di altri tre osovani, a quelli di Casarsa della Delizia (in cui riposa Guidalberto Pasolini), di Cividale appunto, di Faedis (lì si trova la sepoltura di Franco Celledoni) e di Tarcento, che ospita la tomba di Antonio Turlon.

E l’invito dell’Associazione Partigiani Osoppo è stato accolto dalle istituzioni: a Udine c’era il vicesindaco Alessandro Venanzi, a Casarsa il sindaco Claudio Colussi, con il vice Ermes Spagnol, a Faedis il primo cittadino, Luca Balloch; presenti anche i parenti di Celledoni, come a Tarcento quelli di Turlon.

«Siamo riconoscenti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella – dichiara Roberto Volpetti – per il pensiero trasmessoci: lo ringraziamo, onorati dell’attenzione riservataci e delle parole di stima spese per l’Osoppo Friuli, di cui è stato evidenziato il ruolo nella lotta di liberazione, e per l’Associazione Partigiani Osoppo».

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