L’educazione impossibile lezione aperta a padri e figli

Vittorino Andreoli ospite di un affollato incontro al Verdi di Pordenone Dedicato a chi non rinuncia a una famiglia con la F maiuscola
Di Lefter Adrian Gigi
FOTO MISSINATO - TEATRO VERDI ANDREOLI
FOTO MISSINATO - TEATRO VERDI ANDREOLI

VITO AL TAGLIAMENTO. Capita sempre più spesso nelle famiglie che un genitore, troppo occupato con il lavoro e con i problemi economici, trascuri i rapporti famigliari, pensando di poter compensare economicamente il tempo passato lontano dai suoi. Un padre è agli occhi del proprio figlio come un impavido guerriero; ma se gli offre solo beni materiali con cui possa vantarsi con i suoi amici, perde l’essenziale. Il bambino non ha bisogno di cose: ha bisogno di un padre e di una madre che possano affrontare con lui l’intera infanzia e la giovinezza e che alla fine di questo percorso possano dire insieme “ce l’abbiamo fatta”. E, e se quella vignetta è tanto popolare tra i giovani, questo non è solo una mia opinione.

Il ruolo della famiglia dovrebbe essere di insegnare ai giovani ad adattarsi alle diverse situazioni, stabilendo con loro dei legami affettivi. Ma oggi questo ruolo sembra strano perché i genitori appartengono a una generazione che si faceva male cadendo in bici non per una rissa in discoteca. Personalmente non posso vantare un’ampia esperienza in campo emozionale e molte delle teorie sostenute dal dott. Andreoli mi lasciano perplesso; ma qualche volta, guardandomi intorno, ringrazio Dio perché provengo da un paese più arretrato, dove ancora oggi si può prendere un schiaffo dall’insegnante, a scuola, e dove i ragazzi non hanno smartphone all’avanguardia; ma dove i padri si fermano ancora a chiacchierare con i figli. Quelli sono stati dei momenti unici che mi hanno aiutato ad essere quello che sono oggi, o quello che sto per diventare. Oggi, occasioni come quelle si sono perdute nel mare delle buone intenzioni; insieme a loro, si è perduto un enorme numero di giovani pieni di talento, affogati nell’oceano della speranza. I giovani d’oggi sono come i criceti che si accontentano di correre all’interno della ruota della loro gabbia: senza una meta precisa. Si lasciano controllare da un sistema senza futuro e senza un preciso orizzonte. E le famiglie per questo hanno una responsabilità enorme.

E’ anche di questo che ha parlato il dott. Vittorino Andreoli, lo scorso sabato 22 febbraio al Teatro Verdi di Pordenone: temi importanti legati al rapporto dei giovani con la propria famiglia, e della famiglia in generale, come la percezione del tempo, del rischio, ma anche dei sentimenti, del sacro e della cultura della fragilità, tutti contenuti nel suo ultimo libro L’Educazione (im)possibile, dedicato ai padri. Ma anche, evidentemente, ai figli che non rinunciano ad avere una Famiglia degna di questo nome.

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