Lega commissariata. Dozzo fa “pulizia”
UDINE. La Lega Nord del Friuli Venezia Giulia riparte da Gianpaolo Dozzo. Toccherà a lui – su mandato di Maroni – prendere quelle decisioni che non ha voluto (o potuto) prendere l’ormai ex segretario nazionale, Matteo Piasente.
Una su tutte, la cacciata dal partito della capogruppo in Consiglio regionale, Mara Piccin. Il commissariamento è stato deciso venerdì sera ed è stato comunicato a Piasente da Roberto Calderoli, che in una lettera ha evidenziato «l’inadeguatezza politica e organizzativa della segreteria nazionale del Fvg».
Il commissario già in Friuli
Dozzo non ha perso tempo e ieri è arrivato in Friuli, nella sede storica di Reana del Rojale, per incontrare i quattro segretari provinciali (Stefano Zannier per Udine, Pierpaolo Roberti per Trieste, Enzo Dal Bianco per Pordenone e Walter Sepuca per Gorizia), il responsabile amministrativo Davide Scaglia e il delegato per la zona del pordenonese Massimiliano Fedriga.
L’obiettivo di questo primo faccia a faccia? Lo spiega lo stesso Dozzo, affidandosi a una nota nella quale si ufficializza la sua nomina: «Fare il punto della situazione e tracciare una prima bozza di piano d’azione per rilanciare l’attività del movimento sul territorio».
Fare quadrato attorno alla base
Il primo passo sarà ricompattare la base del movimento, spaccata dalla scelta di ricandidare alcuni degli uscenti alle ultime elezioni regionali, senza aver dato peso alla richiesta che giungeva dai militanti di portare a compimento il “fuori tutti” dalle liste. A questo si è aggiunta la rabbia per il coinvolgimento dell’ex capogruppo Danilo Narduzzi e di quello attuale, Mara Piccin, nello scandalo rimborsi.
Non a caso, tra le ragioni che hanno portato al commissariamento di Piasente c’è la linea, per alcuni troppo garantista, messa in atto nei confronti dei consiglieri finiti nel mirino della magistratura per l’utilizzo improprio dei fondi regionali.
Dozzo, quindi, potrebbe ripartire proprio dall’allontanamento di Narduzzi e Piccin, riavvicinando così i militanti: «Coerentemente con l’attenzione rivolta dal Carroccio alla base militante – spiega il nuovo commissario – ho deciso di calendarizzare degli incontri in ogni provincia assieme ai segretari di sezione e ai rappresentanti istituzionali nei vari enti».
L’incertezza in consiglio
La debacle elettorale subita dalla Lega Nord durante le elezioni di aprile, ha consentito di portare in Consiglio regionale soltanto tre eletti: Mara Piccin, Claudio Violino e Stefano Mazzolini. Se la prima è a rischio espulsione, il secondo, da sempre molto vicino a Piasente, potrebbe decidere di lasciare la Lega per aderire al gruppo misto in segno di protesta.
Su Mazzolini, invece, incombe la spada di Damocle dell’ineleggibilità. Il gruppo del Carroccio in Consiglio quindi, rischia di avere vita breve. Spetterà al nuovo commissario Dozzo decidere se forzare la mano e disgregare il gruppo con l’allontanamento di Piccin – che resterebbe consigliere, passando al Misto –, o se mediare tra le diverse correnti del partito.
La situazione comunque, si presenta piuttosto intricata anche perchè secondo la norma un gruppo dovrebbe essere formato da almeno tre consiglieri. Il condizionale è d’obbligo, però, perchè nella scorsa legislatura, per “salvare” l’Idv, è stato deciso che possono essere anche due, purchè eletti in liste presenti in Parlamento, com’era appunto l’Idv.
Il silenzio di Piasente
Intanto, almeno per ora, Matteo Piasente non parla. Si limita a prendere atto del commissariamento subìto. Non vuole replicare nemmeno alle affermazioni del presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini, che ne chiedeva le dimissioni. «I miei complimenti - si limita a dire Piasente - per la sua coraggiosa richiesta di dimissioni ex post».
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