Lega, indagato il segretario provinciale di Pordenone

Falso in atto pubblico per le elezioni a Fiume Veneto. «I sottoscrittori firmarono la lista, ma lui che autenticava non c’era»

PORDENONE. Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. E’ l’ipotesi di reato che la procura contesta al segretario provinciale della Lega nord, nonché vicesindaco di Pasiano e consigliere provinciale, Enzo Dal Bianco. Il pubblico ministero Federico Facchin ha notificato all’indagato l’avviso di conclusione indagini: l’esponente del Carroccio avrà 20 giorni di tempo per rendere dichiarazioni o depositare memorie. Dopodiché la procura valuterà se chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione del fascicolo.

L’indagine era partita alla vigilia delle elezioni amministrative del 21 e 22 aprile. Intendeva accertare il modo in cui erano state raccolte le firme per proporre le liste Vivo Fiume Veneto, Fiume di giovani e Lega Nord - Padania. Sulla base di un esposto firmato era stato paventato che le firme fossero state raccolte in assenza dell’autenticatore, che dev’essere un pubblico ufficiale, il quale – Enzo Dal Bianco, nello specifico – le avrebbe autenticate in blocco in un secondo momento, senza essere presente al momento della sottoscrizione.

Gli accertamenti erano stati condotti dalla Digos della questura di Pordenone che, dopo avere prelevato la documentazione relativa alle tre liste concorrenti per l’amministrazione comunale di Fiume Veneto nella sede della circoscrizione elettorale, aveva raccolto la testimonianza di coloro che avevano firmato le liste.

Secondo il capo di imputazione, nella sua qualità di consigliere provinciale e come tale pubblico ufficiale, avendo proceduto all’autenticazione delle firme dei sottoscrittori per la presentazione delle tre liste a sostegno del candidato sindaco Guerrino Francesco Bozzetto, Enzo Dal Bianco avrebbe attestato «falsamente» l’apposizione delle firme in sua presenza, previa identificazione degli elettori. Nella sostanza, l’autenticità delle firme non è in discussione, ma l’apposizione non sarebbe avvenuta in presenza del pubblico ufficiale, che le avrebbe vistate in un momento successivo. Sono contestate 44 sottoscrizioni su 117 della lista “Fiume di giovani”, 82 su 129 della lista “Lega Nord - Padania” e 62 su 122 della lista “Vivo Fiume Veneto”.

L’ipotesi di reato si sarebbe consumata il 22 marzo, ovvero il giorno dell’autenticazione di tutte le firme delle tre liste.

L’avviso di conclusione indagini è stato notificato sia al segretario provinciale della Lega nord sia all’avvocato d’ufficio Alberto Fenos.

«Penso di non avere sbagliato e lo dimostrerò», si difende Dal Bianco. «Non ho fatto nulla di cui pentirmi, tantomeno di poco trasparente». Poi aggiunge: «Le firme non sono false». Infatti, la procura non contesta l’autenticità delle firme, bensì l’apposizione in sua assenza: «Potrà essere che non fossi davanti a chi firmava, magari ero tre metri di lato o dietro, magari al telefono. Ma c’ero», dice. «A volte – aggiunge – in campagna elettorale ci si fa la guerra per cose assurde».

La stabilità dell’amministrazione comunale non dovrebbe essere in discussione. Le tre liste contestate, infatti, non hanno portato alla vittoria del candidato sindaco collegato.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:lega nordfalsi

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto