Lenzuoli-slogan e petizione per dire “no” all’antenna

Polcenigo, cresce la rabbia di residenti e ambientalisti per il ripetitore a Coltura. In due giorni raccolte 230 firme e sono comparsi i primi striscioni di protesta

POLCENIGO. “No maxi antenna”. Lenzuoli e petizione: a Coltura i residenti in via Mezzomonte hanno dichiarato guerra al ripetitore Vodafone.

«In due giorni 230 firme sulla petizione – ha rendicontato l’ambientalista Vittorio Mella -. Ma la questione della telefonia è complessa: il territorio ha bisogno di copertura per i servizi”. Sull’elettrosmog e vincoli paesaggistici si è accesa la miccia: quella politica e ambientale per 450 anime di Coltura e dintorni.

«Il Comune di Polcenigo doveva opporsi all’ “eco mostro” – Nicola Rossitto nella commissione attività produttive è la voce dell’opposizione per la lista civica Primavera Polcenigo -. La convenzione poteva incassarla il Comune oltre il limite della zona acquedotto, com'era previsto dal piano delle antenne che non è stato approvato. L’amministrazione ha dichiarato che è in trattativa per farle tinteggiare di verde l’antenna: resterà un obbrobrio».

Azioni per salvaguardare il territorio, sotto l’antenna. «Invito i cittadini a informarsi e sottoscrivere la petizione – ha lanciato la raccolta firme Rossitto – contro il traliccio Vodafone a Coltura».

Lotta al colosso delle telecomunicazioni: i residenti stanno organizzando assemblee pubbliche. «Analizziamo la situazione – è prudente Mella –. Ero un componente attivo nel gruppo pro antenne in Cansiglio: il gestore paga un canone in questo caso a un privato e le condizioni sono di un impegno per diversi anni con contratto inscindibile».

La paura e le preoccupazioni sono per i bambini che dovranno crescere con l’incognita dei campi magnetici: l’elettrosmog dannoso alla salute.

«In mancanza di dati certi, per i residenti l’antenna Vodafone è un eco mostro che minaccia anche la salute – Mella si mette nei panni dei residenti di Coltura che temono il peggio –. Gli striscioni sono stati strappati da ignoti e poi riposizionati dai cittadini di via Mezzomonte. Si potrebbero considerare le alternative al maxi ripetitore: per esempio tre antenne più piccole. Oppure optare per luoghi più adatti: meno impattanti per la salute dei cittadini e nascosti su altri pendii».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto