L’erede: speriamo non l’abbiano tagliata a pezzi

La nipote: quella scultura rappresentava il legame tra Mirko, i fratelli e la madre. La “Grande maschera” era ancorata alla tomba e pesava circa 100 chili

UDINE. Chi ha rubato la “Grande maschera” in bronzo dalla tomba della famiglia Basaldella, nel cimitero monumentale di San Vito, ha colpito al cuore la famiglia e la città. Un gesto brutale se si considera il valore affettivo della scultura realizzata da Mirko Basaldella nel 1957, fusa e ancorata sulla tomba nel 1973 quando morì la madre, Virginia Angeli Basaldella.

«Com’è possibile che succedano queste cose? Non c’è una guardia in cimitero?» si chiede commossa la nipote degli artisti famosi in tutto il mondo, Caterina Basaldella, auspicando che i malviventi per rimuovere la maschera non siano stati costretti a tagliarla.

Un’ipotesi tutt’altro che infondata se si pensa che non sarà facile collocare sul mercato l’opera catalogata negli archivi dei tre fratelli udinesi distinti nel panorama artistico internazionale del secolo scorso. La “Grande maschera” è alta 1,50 metri, profonda 18/20 centimetri e alta 22. Il suo peso sfiora i 100 chili.

Soffermandosi sul peso e sul fatto che la scultura era fissa (era stata ancorata dalla ditta Gattolin di Plaino 40 anni fa) gli eredi temono che i ladri abbiano davvero danneggiato irreparabilmente l’opera.

Collocata sulla tomba di famiglia dove riposano Afro e Dino Basaldella e la loro mamma Virginia, la “Grande maschera” non era solo un decoro. Testimoniava infatti la presenza di Mirko, l’artista morto e sepolto nel 1969 a Cambridge (Usa).

Qualche anno più tardi, nel 1973, morì la madre e, in quell’occasione, i fratelli Afro e Dino decisero di fondere dal cemento la “Grande maschera” (l’originale è in America, fa parte di una collezione privata) a conferma del rapporto affettuoso che c’era tra Mirko e la mamma. Quella scultura, insomma, era molto di più di un arredo della tomba, era il simbolo dell’estro artistico di Mirko e dell’affetto che provava per la madre.

Oggi è come se i malviventi avessero strappato quel legame affettivo, lasciando una famiglia attonita e dispiaciuta. «Dispiace, era un fatto affettivo - ripete la nipote -. Così erano tutti e tre insieme con la loro mamma».

Anche gli esperti d’arte temono per la sorte della “Grande maschera” realizzata nel 1957 da Mirko Basaldella, l’artista nato nel 1910 a Udine e deceduto a 68 anni oltre oceano. Le sue opere, assieme a quelle dei fratelli Dino e Afro, arricchiscono i musei di tutto il mondo e, in particolare, le collezioni di Casa Cavazzini.

Udine è orgogliosa dei fratelli Basaldella proprio per questo avrebbe preferito evitare di trovarsi di fronte a uno strappo così violento. Difficile quantificare il valore della “Grande maschera”, le prime stime parlano di circa 30 mila euro. Se però, come detto, l’opera viene inquadrata nel contesto familiare e affettivo, il suo valore è davvero inestimabile.

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