L’eredità di Claudia contesa fra canili, il testamento nelle mani degli avvocati

Il caso della signora che ha lasciato ai cani un'eredità di quasi 600 mila euro. L’Enpa rivendica la somma destinata alla struttura cittadina e ora la vicenda rischia di finire davanti a un giudice

UDINE. Quando scrisse la sue ultime volontà, un anno prima di morire, Claudia Ceresa non immaginava che parte della sua eredità sarebbe finita al centro di una contesa fra due canili. E come avrebbe potuto? Pensava di destinare tutti i suoi averi agli animali che tanto amava.

Nel testamento lascia ai cani un’eredità di quasi 600 mila euro
Claudia Ceresa e, nella foto a destra, quando era bambina con la madre e il cane


Eppure, ora sul testamento olografo della bancaria di Osoppo morta a 87 anni il 4 agosto 2016, partono le lettere firmate dagli avvocati. Come quella inviata dal legale Mario Pagnutti, vicepresidente dell’Enpa. Se è vero che sul documento vergato da Claudia Ceresa il 2 agosto 2015 si leggeva distintamente la sua volontà di donare parte dell’eredità, che complessivamente ammontava a 599 mila euro, al «Canile municipale di Udine via Cussignacco» è altrettanto vero che comprendere esattamente a quale struttura l’anziana si riferisse non è per niente facile.

«A Udine non esiste alcun “Canile municipale”, né in via Cussignacco né altrove – argomenta Pagnutti – mentre dagli anni ’70 è presente in zona (via Gonars numero 42) il Rifugio del cane gestito dalla sezione provinciale dell’Ente nazionale protezione animali onlus, struttura che ospita mediamente e continuativamente circa 80-100 cani e in un anno accoglie oltre 100 gatti rifiutati, abbandonati, rimasti soli o comunque salvati, promuovendo, nel contempo, le relative adozioni, affinché questi sfortunati animali possano trovare l’affetto di una nuova famiglia».

È possibile, dunque, che la donna abbia inteso devolvere le sue sostanze a quest’ultima struttura o che, semplicemente, abbia indicato erroneamente la via – che non corrisponde né all’una né all’altra struttura – pur volendo riferirsi a un canile pubblico.

Quello che è certo è che Claudia quando scrisse il testamento, in completa autonomia e senza consultarsi con nessuno, era lucida e mossa da nobili sentimenti. L’esecutore testamentario ha individuato il beneficiario di 117.340 euro nell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine, cui spetta la gestione dei servizi sanitari, che nel decreto del direttore generale Mauro Delendi del 24 ottobre ha accettato l’eredità con beneficio d’inventario. I fondi potrebbero essere impiegati per ampliare l’ambulatorio nel quale vengono accolti gli animali feriti bisognosi di cure.

Ma l’Enpa è di tutt’altro avviso e ritiene invece «di essere l’effettivo beneficiario del lascito e ha in tal senso avviato un confronto con l’Asuiud la quale, dal canto suo, ha manifestato l’opinione che la testatrice intendesse riferirsi invece al canile pubblico gestito dal Dipartimento di prevenzione dell’Azienda in via Lumignacco 337 – come spiega l’avvocato Pagnutti – dove però i cani (e i gatti) trovati vaganti o in stato di abbandono vengono accolti per le sole cure di primo intervento e trattenuti per un periodo di osservazione sanitaria di regola non superiore ai dieci giorni.

Naturalmente – auspica il legale – confidiamo che la questione possa trovare un’equa soluzione, nel pieno rispetto della signora Claudia e nell’esclusivo interesse degli animali che lei tanto amava».

Dunque, ora la parola passa agli avvocati che dovranno guidare le fasi di una mediazione fra i due enti alla ricerca di un accordo. Se non ci si arriverà, a decidere sull’eredità di Claudia sarà un giudice del tribunale di Udine.

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