L’esorcista: "Attenzione a maghi e cartomanti"

Parla don Peressotti: «Solo nel 2017 almeno 180 persone mi hanno chiesto aiuto». Il fenomeno è in aumento. Molto spesso c’è chi rimette un sacco di soldi
Udine 5 Febbraio 2018. Prete Esorcista Don Giuseppe Peressotti. © Foto Petrussi
Udine 5 Febbraio 2018. Prete Esorcista Don Giuseppe Peressotti. © Foto Petrussi

UDINE. Sono 180 le persone che a Udine, nel 2017, si sono rivolte all’esorcista. «Numeri in sensibile aumento. E sono soprattutto le donne che lamentano i sintomi di presenze malefiche», commenta don Giuseppe Peressotti, che esercita questa pratica da oltre 20 anni.



Per incontrare il parroco, che riceve in una stanza della congregazione delle suore Ancelle della carità in via Crispi, a Udine, occorre prendere appuntamento. «Perché – spiega – per capire di che cosa soffre la persona che mi trovo davanti solitamente fisso dai 3 ai 10 incontri, che durano in media mezz’ora o tre quarti d’ora. Solo lo scorso anno ho tenuto complessivamente 260 sedute».

Si tratta «di gente che vive situazioni di sofferenza di varia natura, non solo fisica, ma anche psichica. Per questo motivo prima di accoglierle e iniziare con loro le sedute chiedo loro se sono state in cura da uno psicologo. Prima di praticare l’esorcismo devo essere moralmente sicuro di ciò che faccio».

E questo è successo lo scorso anno, in sette casi. «Tengo tra le mani il libro liturgico, faccio la croce sulla fronte e sul petto recitando le preghiere, poi la benedizione con l’uso dell’acqua santa, del crocifisso e dell’immagine della Madonna. Le reazioni sono le più disparate. Solitamente la persona posseduta pronuncia parole, si divincola e si agita, talvolta grida, smania e si butta per terra. Non tutte le manifestazioni sono uguali. Il rito, di media, dura un’ora e mezza».

Ma il risultato non è sempre assicurato. «Alcuni casi si risolvono abbastanza presto. Si è notata la liberazione e il sollievo da parte della persona ammalata. In altri bisogna attendere per capire se gli effetti sono quelli sperati. Altrimenti sono necessari parecchi incontri».

A bussare alla porta della congregazione sono generalmente persone più avanti con l’età, tra i 60 e i 75 anni, ma anche giovani, a partire dai 30 anni. «Inizialmente – racconta – li ascolto, tendo a comprendere quali sono i loro disagi, le cause e i fenomeni che queste persone indicano come eventuali manifestazioni demoniache».

Il ruolo di don Peressotti è riconosciuto all’interno della Chiesa dal 1995. «Insegnavo liturgia e volevo far conoscere agli studenti il rito dell’esorcismo. Ma per avere in mano il libro bisogna essere esorcista a tutti gli effetti. Fu monsignor Battisti, allora arcivescovo, a notarmi e mi chiese se mi avrebbe fatto piacere avere la nomina. Dissi di sì. Ho seguito dei corsi e mi sono aggiornato».

Dal 9 giugno don Peressotti è affiancato da don Luciano Liusso, parroco di Pasian di Prato, e don Harry della Pietra, celebrante a Sutrio e Cercivento. I tre, assieme ad altri due prelati, uno psicologo e due psichiatri formano il Ministero della consolazione, l’ufficio istituito per recuperare chi soffre di un male interiore che va al di là del puro esorcismo.

«Si tratta di situazioni abbastanza diffuse, che restano spesso sotto silenzio – dichiara don Peressotti –. Spesso mi trovo davanti a persone cadute nella trappola di maghi, cartomanti, gruppi esoterici e ciarlatani, alle quali hanno sborsato un sacco di soldi per liberarsi dal demonio. Oppure sono andati da psichiatri, sono sole e cercano di essere capite e si giocano come ultima carta l’esorcista. Ma solo incontrando queste persone e tenendo diverse riunioni con loro riesco poi a capire se il loro disagio è di natura neurologica o davvero demoniaca. E in quest’ultimo caso, ma solo quando sono sicuro, in base alla mia esperienza, intervengo con il rito».

Il diavolo «è più furbo di me – conclude don Giuseppe Peressotti –, ma io riesco a superare la sua malizia grazie all’aiuto del Signore». (da.vi.)
 

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