Lettera aperta dei genitori di Giulio ad Al Sisi: «Consegni all’Italia gli indagati»

I coniugi Regeni ospiti di Fabio Fazio: «Vogliamo la verità». La commozione di Uma Thurman: «Anch’io sono madre»
Paola e Claudio Regeni ospiti di Fabio Fazio nella trasmissione in onda su Rai2 Che Tempo Che Fa a Milano, 19 gennaio 2020.ANSA/Mourad Balti Touati
Paola e Claudio Regeni ospiti di Fabio Fazio nella trasmissione in onda su Rai2 Che Tempo Che Fa a Milano, 19 gennaio 2020.ANSA/Mourad Balti Touati

UDINE. «Caro presidente Al Sisi dimostri al mondo che non ha nulla da nascondere e consegni gli indagati per la morte di Giulio alla giustizia italiana. Ha il privilegio di fare giustizia, sprecarlo sarebbe imperdonabile». Paola Deffendi e Claudio Regeni, i genitori di Giulio, il ricercatore di Fiumicello sequestrato, torturato e ucciso, quattro anni fa, al Cairo, in Egitto, dagli studi di “Che tempo che fa”, la trasmissione di Fabio Fazio, in onda domenica sera, 19 gennaio, su Rai2, hanno letto la lettera pubblicata, nei mesi scorsi, dal quotidiano La Repubblica. Paola e Claudio Regeni chiedono giustizia, vogliono una verità processuale» sulle torture, i depistaggi, i mandanti e gli esecutori.

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La vicinanza del pubblico in studio e a casa non è mancata e neppure le lacrime della star hollywoodiana Uma Thurman: «Vorrei fare le condoglianze alla famiglia Regeni – ha detto –. Ho sentito la lettera e spero ci sia giustizia. Come genitore mi colpisce, hanno tutto il mio appoggio».



«Siamo i genitori di Giulio, il ricercatore sequestrato, torturato e ucciso quattro anni fa in Egitto. Lei allora si è rivolto a noi come padre assicurandoci verità. Sono passati quattro anni ma non c’è stata alcuna vera collaborazione. Sappiamo che Giulio è stato sequestrato dai funzionari dei vostri apparati di sicurezza». Inizia così la missiva scritta da una famiglia che vive un dolore «inimmaginabile». Un dolore descritto dai coniugi Regeni assieme all’avvocato Alessandra Ballerini, nel libro “Giulio fa cose”, edito da Feltrinelli, che giovedì sarà in libreria. I genitori del ricercatore cittadino del mondo, non credono alle rassicurazioni che solo pochi giorni fa il capo di Stato egiziano ha ribadito al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Rassicurazioni che la mamma di Giulio ha definito, senza usare mezzi termini, «fuffa».



«È difficile credere che chi ha sequestrato, torturato, ucciso e mentito, che tutte queste persone abbiano agito in sua insaputa» ha proseguito il papà di Giulio prima di aggiungere: «Presidente non possiamo più accontentarci delle sue condoglianze e delle sue promesse mancate. La forza di un capo di Stato si basa sul rispetto che non può pretendere» se si comporta in questo modo. Paola e Claudio Regeni hanno ricordato ad Al Sisi che Giulio era «un portatore di pace, che amava il popolo egiziano ed è morto come purtroppo muoiono tanti egiziani». E ancora: «Lei presidente dice di comprendere il nostro dolore ma lo strazio che ci attraversa da quattro anni non è immaginabile».



Paola e Claudio Regeni sono stati chiarissimi: «Finché questa barbarie resterà impunita e i colpevoli non saranno assicurati alla giustizia italiana, nessun cittadino al mondo si sentirà sicuro nel vostro Paese». I genitori di Giulio hanno poi salutato il capo di Stato egiziano «con l’augurio di verità e giustizia».

Nel corso della trasmissione la mamma di Giulio ha voluto sottolineare che il ricercatore di Fiumicello faceva parte di una generazione che ha il diritto di confrontarsi con altre realtà e che non riesce a tornare in Italia perché le competenze di questi giovani «nel nostro paese non vengono considerate. Questo è un problema». Nel libro i genitori di Giulio raccontano la storia della loro famiglia, una storia che non gli avrebbe consentito di educare Giulio diversamente da come hanno fatto».


Paola Deffendi e Claudio Regeni insistono a chiedere al Governo di ritirare l’ambasciatore italiano dall’Egitto, vogliono avere indietro gli indumenti e il telefonino di Giulio, oggetti che nonostante gli appelli fatti l’Egitto non ha ancora restituito. Oggi Giulio avrebbe 32 anni. La sua vita è stata interrotta in un modo atroce che il mondo non può accettare. Sarà questo il messaggio che, sabato, si alzerà, illuminato dalle fiamme accese, nel corso della fiaccolata a Fiumicello e dalle 100 piazze italiane che hanno aderito alla manifestazione.
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