Leucemie, diagnosi rapide anche di notte e nei festivi
PORDENONE. E’ un progetto di area vasta in oncoematologia e partirà nella prossima primavera. Consentirà alle persone che si rivolgono al pronto soccorso o al proprio medico per sintomi particolari di avere una diagnosi rapida di leucemia anche nelle ore notturne, nei fine settimana o nei giorni festivi. Perché per alcuni tipi di leucemia è necessario avviare subito la terapia.
Il progetto è nato dalla collaborazione dell’Aas 5 e del dipartimento di medicina con il Cro di Aviano.
«Noi facciamo una grande attività di laboratorio – afferma il responsabile del dipartimento di medicina interna dell’ospedale di Pordenone Pietro Casarin –, ma che si conclude il venerdì alle 16. Così accade anche al Cro di Aviano. C’è, invece, secondo noi la necessità di avviare un servizio sulle 24 ore sette giorni la settimana».
Invece che attendere la riapertura dei laboratori, il progetto che si sta elaborando con il Cro prevede che ci sia sempre un ematologo disponibile e reperibile: così, se nel paziente che si rivolge al pronto soccorso i sintomi e i primi esami fanno pensare a una prognosi di leucemia, il medico interviene con un prelievo di midollo e la risposta si ha nel giro di poche ore. Il servizio va a coprire i casi di urgenze ematologiche.
«Abbiamo 4-5 casi l’anno di media – prosegue Casarin – in cui è necessario cominciare la terapia nelle successive 12 ore. Il nuovo modo di procedere consente una diagnosi immediata e un invio alla struttura adatta».
Per altri tipi di leucemie, se sono persone anziane vengono trattate a Pordenone, mentre le altre vengono inviate a strutture come quelle di Udine o Trieste a seconda delle disponibilità.
Per garantire questo servizio nei tempi previsti servono almeno sei medici ematologi: tra Cro e Aas 5 ce ne sono quattro.
Ne mancano due, quindi, e per questo è stato chiesto aiuto all’Ail (Associazione italiana contro le leucemie) che già in passato ha sostenuto borse di studio per medici e che si è resa disponile anche stavolta.
Sarebbe il primo progetto di questo tipo in regione. Il programma, avviato alcuni anni fa, ma arenatosi dopo il cambio della guardia al Cro e all’Aas 5, negli ultimi mesi ha ripreso quota.
L’altra novità riguardante gli ammalati di leucemia è la possibilità di effettuare le trasfusioni al proprio domicilio.
«E’ un servizio rivolto agli anziani che fanno fatica a muoversi e che devono arrivare in ospedale con l’ambulanza – precisa Casarin –. E’ un progetto complesso perché presuppone la presenza del medico e dell’infermiere, ma ci stiamo lavorando».
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