«L’Europa non fermerà la terza corsia dell’A4»

Il vice ministro Nencini: la norma per la concessione lunga è costruita bene. «In Friuli investimenti di qualità». Al lavoro per convincere la Uil a non scioperare
Da sinistra: Riccardo Nencini e Carlo Vizzini, rilasciano una dichiarazione alla stampa dopo aver incontrato il senatore Mario Monti a palazzo Giustiniani durante le consultazioni, oggi 14 novembre 2011 a Roma...ANSA/ALESSANDRO DI MEO
Da sinistra: Riccardo Nencini e Carlo Vizzini, rilasciano una dichiarazione alla stampa dopo aver incontrato il senatore Mario Monti a palazzo Giustiniani durante le consultazioni, oggi 14 novembre 2011 a Roma...ANSA/ALESSANDRO DI MEO

UDINE. «La terza corsia dell’autostrada Venezia-Trieste è una grande priorità, assieme a non molte altre opere in tutta Italia. Il Governo, sull’allungamento delle concessioni legate alla certezza dei lavori da fare, ha costruito nello “Sblocca Italia” una buona norma per evitare obiezioni dell’Unione europea. Adesso, in sede europea, verrà calendarizzato l’esame della normativa.

In tempi brevi potremmo avere una risposta, noi siamo fiduciosi». A dare ossigeno alle speranze di Autovie Venete e della Regione, circa un prolungamento, magari fino al 2038, della concessione, è il vice ministro a Trasporti e Infrastrutture Riccardo Nencini, che domani sarà in Friuli. Nencini parla anche di Tav, aeroporto, investimenti di Roma per il Nordest, di Pd e scenari politici nazionali.

C’è un grande lavoro da fare per rendere più agevoli gli spostamenti e più moderne le infrastrutture in questa parte del Paese...

«E il Governo Renzi sta provando a farlo, tale lavoro. Perchè il Friuli Venezia Giulia ha la qualità degli investimenti tra le più alte d’Italia. Una ingente massa di risorse è stata destinata alla regione, tra Tav e autostrada A4, più di 8 miliardi. In proporzione una quota maggiore rispetto al Veneto».

La terza corsia autostradale è una necessità. E i fondi per proseguire l’opera sono difficili da ottenere.

«Per il Governo la A4 è una delle priorità. I finanziamenti sono collocati sui grandi corridoi mediterranei, dove sono inseriti Friuli, Veneto e Trentino Alto Adige. E poi c’è la partita delle concessioni legate ai lavori, sulle quali contiamo molto».

Per quanto riguarda l’alta velocità ferroviaria qua siamo all’anno zero.

«Ma il programma di interventi 2012-2020 prevede molte opere che insistono nello stesso quadrante delle infrastrutture stradali. C’è il nodo di Udine, che ha già stanziamenti certi per 50 milioni e che potrebbe essere concluso entro il 2015, il raddoppio della Palmanova-Udine, per agevolare il traffico locale, un miliardo e 40 milioni per la Trieste-Divaccia e 7 miliardi per l’alta velocità Venezia-Trieste».

L’aeroporto regionale è al centro di una bufera per la sua gestione e per il crollo dei passeggeri. Pensa che potrà avere uno sviluppo, nonostante la concorrenza del Veneto?

«Ritengo che sia complicato fare a meno dello scalo di Ronchi dei Legionari, è una infrastruttura fondamentale, che deve essere potenziata. Poi la questione della gestione prescinde dall’attività del controllo del ministero. Sono problemi che devono essere affrontati e risolti in sede locale».

La presidente Serracchiani è spesso a Roma e per questo l’opposizione di centrodestra la critica...

«Debora è uno dei presidenti di regione che più si fa sentire nei tavoli dove si prendono le decisioni, nelle riunioni ai ministeri e a palazzo Chigi. Con lei ho dei rapporti personali molto buoni, porta avanti con decisione le istanze della propria regione».

Intanto lei e il Governo state provando a scongiurare lo sciopero generale del 12 dicembre. Ci crede ancora?

«Da oggi al 12 dicembre c’è il tempo per convincere i sindacati a non andare in piazza. Con la Uil il ragionamento è possibile, con la Cgil mi auguro si possa entrare nel merito del provvedimento. Se la questione invece è politica, ideologica, beh allora sarà molto arduo fargli cambiare idea. Le modifiche del Jobs Act in Commissione alla Camera rendono la norma buonissima anche per i dipendenti delle grandi imprese. Il mondo del lavoro è profondamente cambiato e l’Italia non vive una situazione facile, non abbiamo mai avuto 7 anni di crisi. Serve unità d’intenti, una “missione” Italia».

Lei rappresenta un partito storico, quello socialista. Come sono i rapporti con un Pd “gigante” al 40,8%?

«Tra noi e loro c’è un patto federativo, le intese, pur nell’autonomia, sono buone e destinate a crescere e svilupparsi nel tempo».

Con il Premier Matteo Renzi condividete le origini toscane.

«Siamo fiorentini entrambi, ci conosciamo da anni. E il nostro rapporto si è consolidato quando, noi due soli come cani, sostenemmo che la Toscana doveva rendere omaggio a Oriana Fallaci. Da lì nacque un’amicizia che è solida».

Qualcuno teme, o auspica, elezioni anticipate. Il suo punto di vista?

«Sciogliere le Camere al buio, senza alternative credibili, sarebbe da pazzi. Non è che ripetendo le elezioni dopo due anni si risolvono i problemi. Credo che non sarebbero utili».

All’orizzonte si profila invece l’elezione di un nuovo Capo dello Stato.

«Non si parla di successione al Quirinale con un validissimo presidente in carica. Credo che Giorgio Napolitano, quando si dimetterà, mancherà molto a questa Italia».

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