L’ha massacrata, è già libero

Pugni in faccia con l’anello perché l’aveva disonorato. Patteggia un anno e dopo 24 ore torna a casa

PORDENONE. Ha minacciato di morte la sua ragazza, l’ha picchiata a sangue, sferrandole pugni al volto con un anello e ferendola al viso; si è scagliato anche contro i carabinieri che lo stavano arrestando. Da ieri però il protagonista di questa assurda storia di violenza è un uomo libero. Ha patteggiato un anno di reclusione (pena sospesa) ed è ritornato a casa Miguel Ricardo Caicedo Valenzuega, il 24enne colombiano residente a Pordenone, finito in carcere per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali gravi.

Il giovane, processato per direttissima ieri a Treviso, ha ammesso le proprie colpe concordando la giusta pena per uscire di galera senza che il giudice disponesse nei suoi confronti nessuna misura restrittiva. A giocare a suo favore, probabilmente, il fatto che non avesse mai avuto in precedenza guai con la giustizia: la sua fedina penale, infatti, era immacolata.

I fatti risalgono alla serata di lunedì: i due fidanzati, lui residente a Pordenone, lei una 18enne dominicana residente a Portogruaro, erano giunti verso l’una alla discoteca “Supersonic” con altri tre amici, nel territorio comunale di San Biagio di Callalta, in provincia di Treviso, una località lontana almeno 40 chilometri. Prima di entrare nel locale, mentre gli amici invece vi facevano ingresso, il ragazzo aveva preso in disparte la giovane e si era appartato con lei nella vicina via Como. Lui le aveva chiesto un chiarimento per una presunta vicenda di tradimenti. Lì, al culmine di una lite furibonda Valenzuega ha completamente perso la testa, rendendosi protagonista di un episodio che non gli fa onore. Ha colpito ripetutamente la sua ragazza con calci e pugni.

La giovane, in balia del 24enne, era stata salvata da un passante che aveva subito avvertito i carabinieri. All’arrivo dei militari la 18enne, ancora sotto choc, era una maschera di sangue. Trasferita al pronto soccorso dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso è stata medicata e poi dimessa. Aveva ricevuto colpi violenti, ancor più dolorosi perchè il fidanzato ha infilati tra le dita alcuni anelli. Ai carabinieri che lo avevano arrestato lui ha spiegato di aver voluto «salvare l’onore di fronte ai suoi amici».

Dopo una notte in cella al Santa Bona di Treviso ieri è comparso di fronte al giudice, che lo ha lasciato libero.

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