Licenziati i fonici del tribunale di Udine

UDINE. Licenziati in tronco con una lettera raccomandata. Con nove mesi di stipendio e ben 17 buste paga mancanti. È la sorte toccata ai fonici e ai trascrittori del tribunale di Udine, rimpiazzati dall’oggi al domani, che hanno promosso un’azione legale nei confronti della Court reporting Nord con sede legale a Catania, titolare dell’appalto.
La prima udienza nei confronti della società a responsabilità limitata catanese si è celebrata al tribunale civile di Padova la settimana scorsa perchè l’azienda, di origine patavina, nonostante sia stata venduta a un imprenditore catanese ha mantenuto l’originaria sede legale. Un’udienza filtro che è stata aggiornata, si tornerà in aula fra due settimane perché nel frattempo, a Cosimo Nicolì, Giovani Trullu e Angela Buccolo che lavoravano al tribunale di Udine oltre a Maria Donnarumma, che lavorava presso il tribunale di Gorizia, si sono aggiunti altri colleghi impiegati presso i tribunali di Venezia e Padova che hanno subito il medesimo trattamento. In tutto sarebbero una ventina i dipendenti licenziati.
Per i tecnici della Court reporting Nord srl i problemi sono cominciati già dalla primavera del 2011. Quando andava bene gli stipendi tardavano ad arrivare, quando andava male non arrivavano proprio. E allora sono andati avanti a colpi di decreti ingiuntivi e istanze di fallimento nei confronti dell’azienda insolvente. Lungi dall’approdare a una positiva soluzione, però, il problema si è aggravato.
«A un certo punto hanno smesso di arrivare le buste paga e i Cud» racconta Nicolì, alle spalle una dozzina d’anni di esperienza come fonico e trascrittore al tribunale di Udine, nonchè come perito. I dipendenti dell’azienda avevano perfino minacciato di non recarsi al lavoro nel caso non fossero stati liquidati i loro compensi. Poi, però, il senso del dovere era prevalso, perchè senza il lavoro dei tecnici e dei trascrittori le aule del tribunale rischierebbero la paralisi.
«Allo stato attuale non abbiamo percepito ben 17 buste paga, quindi non abbiamo nemmeno la possibilità di calcolare l’indennità di fine rapporto - precisa il tecnico – come se non bastasse non ci sono stati pagati nove mesi di stipendio. Al rientro in attività dalla pausa estiva – racconta – l’attività in aula è stata sospesa per un lungo sciopero da parte degli avvocati penalisti. Durante quella settimana, c’è stato il passaggio di consegne fra la Court reporting Nord e la Scuola Galotta di Potenza, cui è andato l’appalto. A nostra insaputa l’azienda ha reclutato alcune nuove dipendenti e le ha formate in quei giorni, spiegandoci che noi non servivamo più e, alla ripresa dell’attività, ci è arrivata la lettera raccomandata che annunciava la risoluzione del rapporto di lavoro a far data dal giorno successivo, senza nemmeno i 15 giorni di preavviso previsti dalla legge».
Inutile dire quale sia lo stato d’animo di persone che, improvvisamente, si sono trovate senza lavoro senza un motivo e che cominciano anche a dubitare di poter ricevere un compenso per l’attività svolta, visto che l’azienda Court reporting Nord è una società a responsabilità limitate con un capitale sociale che non supera i 10 mila euro.
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