L’icona di padre Pio bersaglio dei vandali per la quarta volta

Ignoti si sono accaniti sullo schermo protettivo in plexiglas Sconcerto tra gli anziani del quartiere, affezionati all’edicola

SACILE. Profanata l’edicola votiva di padre Pio, a Sacile. E’ in frantumi lo schermo di plexiglass che protegge l’icona del Santo di Pietrelcina: i vandalismi non si fermano. La protezione installata nel 2012 non ha fermato le profanazioni: quattro in due anni.

Lungo l’asse tra via Cavour e piazza Manin, vicino al tronco d’albero che anticipa la passerella delle Prigioni sul Livenza, tanti devoti al culto del Santo sono avviliti. Un colpo sul plexiglass ha rotto e incrinato in più punti la protezione.

L’icona di padre Pio era sparita dalla teca naturale dell’incavo dell’albero due anni fa. «Mi chiedono di rimettere l’immagine di padre Pio – Angela Miotti che ha fatto nascere il culto popolare, si era sfogata con tristezza dopo le prime aggressioni anonime –. Ma dopo tre atti vandalici che l’hanno profanata e gettata lontano, come faccio a fidarmi? Ho perso la speranza, con tanta cattiveria in giro».

La fede vince tutto: i devoti avevano riposizionato il Santo con l’aiuto di un volontario dell’Auser, Salvatore Cleto. «Quattro anni fa ho avuto una visione, sul ponticello di legno – Angela ne era certa –. Ero ferma, vicino alle sponde del fiume, e ho visto la sagoma di un frate. Ho aspettato, ma dopo un po’ è sparito. Mia suocera, buonanima, era devota a padre Leopoldo da cui diceva di avere avuto una grazia. Era santo a Padova e ho cominciato a pregarlo». L’immagine di padre Leopoldo era durata poco. Finita nel mirino dei balordi che buttano nel Livenza anche le sfere antiche di pietra, nella corte di palazzo Ragazzoni. «Un’amica ha avuto l’idea di creare un’edicola nuova con la foto di padre Pio – aveva ricostruito i fatti la devota Angela –. Abbiamo offerto un punto di preghiera per i passanti».

Altri atti vandalici no stop fino a febbraio 2012. Lo scudo di plexiglass ha retto per un anno e mezzo: i profanatori di immagini sacre, questa volta, non hanno fatto sparire la statuetta del Santo. «Vandalismi vergognosi – è stato il commento delle shopper dietro le vetrine in via Cavour –. Le nonne del quartiere sono rimaste male: passare e dire una preghiera è diventato un rito quotidiano».

Il vandalismo non ha un identikit dell’autore: la strada verso il ponticello che si allunga tra via Cavour e piazzetta Manin è poco frequentata. Di sera, l’illuminazione è blanda e l’ombra dei profanatori è passata inosservata, visto il ripetersi degli episodi.

Assieme a san Liberale, padre Pio è molto venerato a Sacile, ma forse a qualcuno questo non garba.

Chiara Benotti

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