Lignano, autista di macchine a noleggio denuncia: aggredita da una tassista

Alta tensione tra chi opera nel settore del trasporto persone. Domenica l’ultima lite. Secondo i rappresentanti delle diverse categorie la legge-quadro del ’92 va chiarita con urgenza

LIGNANO. Alta tensione a Lignano tra taxisti e chi opera nel settore dell’Ncc (noleggio con conducente). Una friulana di 47 anni, collaboratrice dell’azienda Drincar di Tricesimo, si è rivolta al pronto soccorso e ai carabinieri spiegando «di essere stata aggredita da una taxista lignanese» al culmine di un diverbio riguardante i servizi di trasporto nella cittadina balneare.

«La mia autista - ha spiegato il titolare di Drincar, Luigi De Fenza - è stata raggiunta da due colpi al collo, uno a destra e uno a sinistra e stamattina (ieri, ndr) non riusciva a girare bene la testa. La prognosi indicata nel referto è di 5 giorni. È accaduto fuori da una discoteca dove la taxista è giunta insieme a un altro nostro autista, poi il diverbio».

«Io non ho colpito nessuno - sottolinea invece la taxista -, avevo chiesto alla signora di non filmarmi con il telefonino. E, vedendo che non smetteva, ho cercato di fermare la registrazione. Tutto qui, ma non ho nè aggredito, nè cercato di rompere il telefono, come ho spiegato ai carabinieri dopo essermi in caserma».

Tutta la questione ruota attorno alle norme che regolano il “Trasporto di persone mediante autoservizi”, legge 21 del 1992. All’articolo 2 si parla dei taxi che, «stazionando in luogo pubblico, offrono un servizio obbligatorio rivolto ai singoli o a piccoli gruppi nell’ambito di aree comunali o comprensoriali», mentre «le tariffe sono determinate amministrativamente dagli organi competenti».

L’articolo 3, invece, parla del noleggio con conducente, servizio che si rivolge a «un’utenza specifica che avanza, alla rimessa, apposita richiesta per una determinata prestazione a tempo e/o viaggio».

Lo stazionamento degli Ncc «deve avvenire all’interno delle rimesse» e «la sede del vettore e la rimessa devono essere situate nel territorio del Comune che ha rilasciato l’autorizzazione».

Così la legge. Nella pratica, poi, le situazioni che si creano sono le più diverse. «Sappiamo bene che sono in corso varie controversie per l’interpretazione della normativa - ammette De Fenza -, ma non è che in attesa di chiarimenti si possa arrivare ad alzare le mani. Io rappresento l’Anitrav (associazione nazionale imprese trasporto viaggiatori) che tratta a livello italiano, anche in Commissione trasporti, le problematiche delle imprese che effettuano attività di noleggio con conducente.

Ed è in questa veste che chiedo alle autorità di svolgere un ruolo di vigilanza». Anche i rappresentanti dei taxisti, da parte loro, sottolineano «l’urgenza di interventi chiarificatori, magari da parte delle stesse Prefetture».

«Il nocciolo della questione - osserva Nicoletta Baschirotto, già referente provinciale della categoria per Confartigianato che negli anni passati ha cercato di portare la questione all’attenzione delle istituzioni- è che gli Ncc non possono caricare direttamente clienti nei Comuni in cui non hanno la licenza e i loro viaggi (che possono avvenir ovunque) devono sempre partire dalla rimessa.

Molti operano correttamente, ma altri no. E così nascono le tensioni che portano anche a stati d’animo di esasperazione, soprattutto nei luoghi in cui si lavora pochi mesi all’anno».

«La legge quadro va chiarita - rimarca pure Sandro Modonutti, attuale capo dei taxisti di Confartigianato -, anche nel senso di una “liberalizzazione”, pur di riuscire a lavorare tutti serenamente. È logico che un Ncc non voglia tornare al garage se ha altre prenotazioni da soddisfare. Nell’epoca dei telefonini e delle mail certe limitazione forse non hanno senso. L’importante, però, è che non ci siano falle nella normativa, in modo da evitare che si creino situazioni di tensione che di recente ci sono state anche a Udine».

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